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Franco Nero: «In Italia non giro più, non c'è passione»

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Non ci sono fondi, nè finanziamenti»: lo ha detto ieri a Trieste Franco Nero, principale interprete di «Post Coitum», il nuovo film del regista slovacco Jurai Jakubisco presentato domenica sera in prima nazionale al «Trieste Film Festival». «Solo lo scorso anno - ha puntualizzato l'interprete - 60 produzioni sono finite sul lastrico perchè il Ministero aveva completamente bloccato i finanziamenti, e anche quest'anno le cose non sono migliorate, perchè i soldi sono stati più che dimezzati. Come si può lavorare così?». Per quanto riguarda la sua esperienza con Jakubisco, Franco Nero l'ha definita «una boccata d'ossigeno». «È stato - ha aggiunto - come ritrovare il modo di fare cinema di una volta, con attori e troupe uniti dall' amore per il cinema. Gli attori e le attrici erano tutti molto giovani e venivano tutti dal teatro. Non so proprio come abbiano fatto a resistere, visto che giravano ore e ore ogni giorno, e poi alla sera andavano a recitare. Ormai in Italia - ha aggiunto - è molto difficile lavorare in campo cinematografico, perchè le troupe non si appassionano al film, non accettano di andare oltre le otto ore sindacali, sennò scattano subito gli straordinari». «Con Jakubisco - ha sottolineato - abbiamo girato anche 19 ore di fila, in totale armonia. Ma poi arrivava una mattina Jurai e ci diceva: "adesso facciamo due giorni di pausa e andiamo a divertircI"». Franco Nero ora si è preso una pausa, e ha girato un film tutto suo, «con l' aiuto di qualche amico», ha specificato. Si tratta di un lungometraggio, «Forever Blues», attualmente in fase di montaggio e che dovrebbe uscire nelle sale la prossima stagione. «Racconta la storia - ha spiegato Nero - di un musicista senza più desideri, che nell' incontro con un bambino autistico ritrova la voglia di vivere, il desiderio di fargli da padre, di aiutarlo a riscoprire la strada delle emozioni, della vita nella sua semplicità. Ecco il valore terapeutico della musica, del blues».

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