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Dall'arco di Libera nuova luce sull'Eur

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In quella zona, intanto, si concentrano alcune tra le più importanti istituzioni museali come il Museo preistorico ed etnologico «Pigorini», ricco di preziose raccolte, il Museo delle arti e tradizioni popolari, unico nel nostro Paese per le testimonianze che racchiude, espressione della cultura popolare e delle magnifiche tradizioni così profondamente radicate nel tessuto sociale. Si tratta di due prestigiose sedi purtroppo poco frequentata e che — invece — per la ricchezza e straordinarietà di oggetti che espongono, dovrebbero costituire un attraente richiamo per le migliaia di turisti che visitano Roma. Altro istituto importante è l'Archivio Centrale dello Stato, luogo che raccoglie — in un monumentale e splendido edificio — la memoria documentale della storia civile e politica del nostro Paese. L'Eur S.p.A. sta facendo un grande sforzo per rivalutare il quartiere e il Ministero per i beni e le attività culturali è partecipe di una serie di iniziative tra le quali il progetto di collocare la Discoteca di Stato e il Museo dell'audiovisivo nel contesto del Palazzo della civiltà italiana, altra sede di straordinario impatto visivo nella zona. Ora non vi è dubbio che la proposta di Aldo Ricci, Sovrintendente dell'Archivio centrale, di riprendere il grande progetto di Adalberto Libera per realizzare un suggestivo e spettacolare arco di luce, è quanto mai interessante perché costituisce uno stimolo ulteriore per la rinascita culturale di una delle zone più belle di Roma. Un arco luminoso visibile da tutta la città sarebbe il richiamo più originale per i romani ed i turisti che aggiungerebbero alle tante mete che Roma offre già un complesso architettonico superbo, capace di garantire servizi ricreativi e culturali di alto livello. Seguiremo con curiosità il dibattito che l'arco di Adalberto Libera potrà aprire tra tecnici, esperti e cittadini. *Capo del Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari

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