Amelio e Sorrentino in odor di premio
Nella cinquina dei registi figurano anche Sergio Castellitto, Matteo Garrone e Davide Ferrario. Mentre nella rosa delle attrici sono state selezionate Margherita Buy, Nicoletta Braschi, Michela Cescon, Francesca Einaudi e Laura Morante; le cinque nomination per gli attori sono poi andate a Carlo Verdone, Giorgio Pasotti, Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo. I Premi speciali sono, invece, dedicati ai novant'anni di Suso Cecchi D'Amico e di Mario Monicelli. Il direttivo del Sngci, che assegna i Nastri dal 1946, quest'anno ha anticipato a febbraio la cerimonia, restituendola non solo alla capitale del cinema, ma anche alla sua naturale scadenza nel calendario dei Premi cinematografici. «La decisione di rientrare a Roma e di assegnare i Nastri a febbraio, all'inizio di una nuova stagione e alla vigilia del Festival di Berlino, è un segnale di sostegno che il Sngci promuove nei confronti del cinema italiano - ha detto il presidente del Sngci, Laura Delli Colli, ieri all'hotel De Russie, dove i Nastri vissero nel dopoguerra la loro prima edizione - Nessuna polemica, quindi, né voglia di sorpasso su altri premi e sui David di Donatello: ma, come a Hollywood, la stampa recupera così, sui film del 2004, il primato del suo verdetto, per far tornare alcuni film in sala e imitando un po' i Golden Globes, che anticipano gli Oscar». Sono 36, su circa 80 film italiani programmati nel 2004, i titoli che ricorrono nelle rose di premiazione dei Nastri d'argento 2005. Il produttore Aurelio De Laurentiis è candidato per due film di giovanissimi: «Che ne sarà di noi» e «Tutto in quella notte». Mentre Cristiana Capotondi è in lizza tra le attrici non protagoniste sia per il film generazionale «Volevo solo dormirle addosso» sia per il cine-panettone di De Laurentiis, «Christmas in love», in gara anche per la canzone di Tony Renis. «È un'iniziativa importante, che ridà orgoglio alla nostra professione - ha detto De Laurentiis - Noi italiani non ci stimiamo, dovremmo essere compatti nel rivendicare la forza di un cinema che è un bene di tutti, anche di chi ci governa. È assurdo ricevere finanziamenti per 80 o 90 milioni di euro: è il costo di un film solo a Hollywood, non il toccasana per la produzione nazionale nell'era di Internet e del villaggio globale». L'applauso più caldo è andato a Raffaele Pisu, candidato come miglior non protagonista: «Della mia generazione - ha detto - siamo rimasti praticamente in due, Vianello ed io. Quando lo incontro mi dice "Ti vedo benissimo" e io faccio gesti scaramantici e replico: "sto meglio di te, anche perché io non devo pensare a Sandra"».