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«Il buon gusto non ha nulla in comune con il moralismo»

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Quelli della prima era televisiva erano altri tempi che rincorrevano esclusivamente il progetto di una televisione pedagogica ed educativa. Poi con la riforma del 1975 e con l'avvento delle tivù private è tutto radicalmente cambiato nell'universo televisivo». È il ricordo di Sergio Valzania, scrittore, letterato e attuale direttore di Radiodue e Radiotre che a proposito della prima epoca televisiva fa notare: «Direi che una volta la tivù rincorreva il buon gusto ma cedeva anche a un eccesso di moralismo. Esistono però almeno due dati di fatto significativi. Il primo consiste nella presenza già nel lontano 1959 di ballerine e gambe scoperte. Chiunque ricordi il programma «Giardino d'inverno» (con il Quartetto Cetra e le gemelle Kessler con la regia di Antonello Falqui ndr), è consapevole di questa verità. E si era, come tempo, prima ancora della nota era di Bernabei, passata alla storia come la più castigata». «L'altro dato importante - spiega ancora Valzania - è la constatazione che prima dell'avvento di Bernabei alla guida della Rai, l'amministratore delegato Filiberto Guala, dopo l'esperienza televisiva divenne addirittura frate trappista (nel monastero di Frattocchie alle porte di Roma ndr). Erano le convinzioni nella missione del servizio pubblico a guidare i progetti e gli intenti dei dirigenti Rai. Con l'avvento delle tivù private si è rotto un equilibrio e le menti della concorrenza hanno permesso che addirittura pochi anni dopo, ovvero a qualche anno dalla nascita del polo commerciale, potessero arrivare in video i primi seni nudi. Da quel momento la conquista fino all'ultimo spettatore è stata una normalità a cui adeguarsi». «Tornando al passato - conclude Valzania - come non ricordare i sex simbol femminili di quel tempo, la procace superdotata Abbe Lane, sogno erotico degli italiani del tempo, e la bellissima ballerina Tza Tza Gabor, che hanno preceduto le pin-up delle varie epoche televisive». Mar. Cat.

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