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di GIAN LUIGI RONDI ALEXANDER, di Oliver Stone, con Colin Farrell, Angelina Jolie, Val ...

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La formula, almeno, che sembra aver voluto adottare oggi Oliver Stone nonostante una carriera con film piuttosto plausibili, da «Platoon» a «Nato il 4 luglio», a «JFK». La traccia storica se l'è fatta suggerire da un libro di uno studioso inglese, Robin Lane Fox, ricamandovi però attorno una fitta serie di vicende a metà strada fra il privato e il pubblico indirizzate soprattutto a far colore, con il pretesto, magari, della psicologia. Ecco così il giovane Alessandro educato da Aristotele, con una madre ambiziosissima, Olimpia, e un padre coraggioso ma ribaldo, Filippo il Macedone. Morto ammazzato il padre (forse c'è stato lo zampino di Olimpia), Alessandro diventa Re e coltivando subito il suo sogno di conquistare il mondo, alla testa di agguerritissime schiere — la famosa falange macedone — dalla Grecia arriva fino in India, vincendo tutti quelli che gli si oppongono, a cominciare, in Persia, da Dario. I suoi fino a un certo punto lo seguono, ma quando realizzano di esser finiti troppo lontani da casa, cominciano a rumoreggiare, così Alessandro, dopo l'ultima vittoria, si rimetterà sulla via del ritorno. Ma lui, sempre invitto, sarà vinto (e ucciso) da una febbre che nasconde forse un veleno propinatogli in segreto... Queste avventure si immaginano raccontate da quel Tolomeo che, dopo aver seguito Alessandro in Asia, alla sua morte aveva ottenuto la satrapia d'Egitto. In mezzo le trame di Olimpia, le nozze (contrastate) di Alessandro con una «barbara», il suo rapporto socratico con il prediletto Efestione e tante battaglie e tante conquiste. Dal punto di vista cinematografico convincono soprattutto queste. Ritmi concitati, affanni, furori, scene violentissime di massa, sia in Persia, più tardi in India a tu per tu addirittura con gli elefanti. Il resto è prolisso, verboso, didascalico, infiorettato da dialoghi teatrali e roboanti, con una retorica che tende a fare del protagonista un antesignano di un accordo «politicamente corretto» fra Occidente ed Oriente. Lo interpreta, con accenti non di rado spiritati, l'irlandese Colin Farrell. Olimpia è Angelica Jolie, stile "dark lady". Gli altri anche i più noti, si perdono nel contesto: con barbe finte e truccature da balli in maschera.

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