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Il dramma mediorientale secondo Costanzo jr.

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CINEMA/1

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La pellicola, prodotta da Mario Gianani assieme a Rai Cinema e all'Istituto Luce, che narra la convivenza forzata tra i militari israeliani e una famiglia palistinese. «La storia del film è reale, ed è simbolica dell'occupazione dei Territori palestinesi da parte dell'esercito israeliano - ha spiegato Costanzo - La casa della famiglia araba sta a metà strada tra un villaggio e gli insediamenti israeliani. Il padre è un uomo colto, preside di scuola. È un pacifista , ma è pronto a morire per i suoi principi. E quando i soldati occupano la sua abitazione, costringendolo assieme a tutta la famiglia a dormire in una sola stanza, chiusi a chiave, senza nemmeno poter andare in bagno, Mohammad sviluppa la sua resistenza rifiutandosi di abbandonare la casa». Il film allinea modi diversi di guardare, come quello della figlia maggiore di Mohammad che viola l'ordine dei militari israeliani e, di giorno, si chiude in un armadio per spiare i loro comportamenti e scoprire che non sono del tutto consapevoli della violenza che pure mettono in atto. Il figlio maggiore, invece, che vorrebbe combattere gli occupanti, rappresenta il punto di vista di Hamas. «Abbiamo girato il film in Calabria, a Riace, con attori professionisti palestinesi e israeliani - ha aggiunto Costanzo - Sul set sono stati a lungo separati, a metà produzione avevano avviato un dialogo, ma poi si sono di nuovo allontanati». Pao. Cal.

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