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Villaggio: «Sulla navi da crociera gli incontri che cambiano la vita»

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Può essere uno stato d'animo o un modo per comunicare. Comunque un titolo è importante ma bisogna leggere il libro per dare un giudizio. Il mio è un esilarante capitolo aggiornato su la geniale satira sociale. Un safari. Le belve umane contro cui spara siamo proprio noi. Personaggi terrificanti, tragicamente comuni». Villaggio è contento di Paolo Villaggio? «Sì. Sono nato a Genova e ne vado fiero. Ho un fratello gemello, Piero, al quale voglio molto bene, anche se non ha molta voglia di dialogo e di confronto. È un professorone di analisi algebrica all'Università di Pisa». Ha un ricordo piacevole dei suoi genitori? «Sì devo molto, insegnante alle scuole medie di tedesco e a mio padre grande ingegnere. Ha costruito il Palazzo della Fiera di Genova. I miei hanno capito da subito la non utilità di una educazione pesante e repressiva. Ho gioito da grande di questa scelta». E si è comportato così anche da genitore? «Sì. Ho solo un rammarico: non sono stato molto tempo con loro». Ha fatto tanti sacrifici da giovane? «Sì, sono fuggito a Londra dove ho lavorato per mantenermi nei pub e ho conosciuto mia moglie, la donna della mia vita». E poi? «E poi tanto lavoro a bordo di navi da crociera. Incontri straordinari, che a volte hanno cambiato la mia vita. Poi ho conosciuto Costanzo che mi ha invitato a una esibizione in un teatro. È lì che venni notato da un dirigente della Rai di allora, Giovanni Salvi». E fu subito varietà televisivo? «Quelli della domenica, un successo. Nascono i personaggi, da Franz a Fantozzi». Le piace il cinema? «Sì. Ho fatto tanti film, non solo comici. E poi anche a teatro non sono stato da meno». Un suo grande desiderio? «Vivere più a lungo possibile e perdere qualche chilo, ma non sono ottimista».

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