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Addio alla mitica Carosio voce di Mascagni e Strauss

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Era nata nel 1908 e aveva studiato al «Paganini». Nel 1926 il debutto a Novi Ligure in «Lucia di Lammermoor». Poi una carriera di spicco che la portò ad esibirsi nei maggiori teatri del mondo. Voce elegante, una vivace intelligenza musicale, una bella presenza fisica, la Carosio era un'artista completa, grande soprano, ma anche grande attrice. E queste qualità le consentirono di lasciare personaggi memorabili: «I giovani, oggi, con le attuali strutture teatrali non hanno la possibilità di maturare gradatamente - aveva dichiarato qualche anno fa in un'intervista - Spesso quello che manca è la capacità di rendere a fondo il personaggio in tutte le sue sfumature. Non basta solo una bella voce per fare una cantante d'opera». Nel 1935 Pietro Mascagni la chiamò nel cast della prima assoluta di «Nerone» alla Scala. L'anno successivo, ancora alla Scala, la Carosio fu Aminta nella prima italiana della «Donna silenziosa» di Richard Strauss: «Studiai la parte per mesi da sola e poi facemmo un'infinità di prove con il direttore Marinuzzi. Fu un grande successo. Del resto Marinuzzi aveva una tale classe e una tale intelligenza che era impossibile con lui non creare un allestimento di qualità». Nel 1949 fu Mimì sempre alla Scala nel venticinquesimo anno della morte di Puccini. Cantò fino a metà degli anni Cinquanta, poi si ritirò dalle scene e si dedicò per qualche tempo al giornalismo e alla critica musicale. «Nella mia carriera - sono ancora sue parole - non mi sono mai preoccupata del fatto economico, non ho mai puntato sulla quantità delle esibizioni. Noi cantanti abbiamo lo strumento nel nostro corpo, lo dobbiamo preservare nel modo migliore. I troppi impegni minacciano le corde vocali. Io, ad esempio, non ho mai cantato in estate ed ho preferito riposarmi». R. T.

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