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Sullo sfondo, una comunità piegata da un'epidemia che rende ciechi gli abitanti. Il racconto talvolta sconfina nella meditazione morale. Ma nel finale a sorpresa riprende vigore

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Il nuovo romanzo di Saramago, «Saggio sulla lucidità», dipinge una dolorosa condizione umana La rivolta delle «schede bianche» Una città senza nome, seggi elettorali vuoti e muti. La sconfitta della civiltà

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Ora, il titolo portoghese della nuova opera, «Ensaio sobre a cegueira» la dice lunga: «Saggio sulla lucidità» non è solo una operazione di ribaltamento del titolo precedente, ma una presa d'atto di una deludente resa nei confronti delle sorti umane e progressive. Non deve trarre in inganno la dicitura "saggio", applicata ad un'opera di narrativa con tanto di personaggi e di situazioni ai margini del paradosso, come spesso accade al narratore portoghese, perché quella definizione serve, probabilmente, ad aggiungere nuova convinzione ai traslati cui un'opera di invenzione, ma non troppo, può condurre uno scrittore. Nella terra di Pessoa può accadere questo e altro: ad esempio, lo sdoppiamento che affida all'interlocutore tutto quanto la condizione umana, dolorosamente precaria, possiede di vano. Ma veniamo al nuovo romanzo, con l'indeterminatezza del luogo in cui avviene l'azione. Un anonimo agglomerato in cui si stanno svolgendo le elezioni amministrative. Ma il fatto nuovo, il primo dei tanti, è che la gente non vota. E non per andare al mare. «Tempo pessimo per votare, si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed essersi tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell'affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lanciato l'auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato». Sperava di non essere l'ultimo di una lunga serie, ed era invece il primo di un seggio del tutto vuoto, deserto, mentre fuori la pioggia non era davvero il migliore alleato. Questo massiccio voto/scheda/bianca doveva pur significare qualcosa: si sospetta l'esistenza di un complotto di matrice anarchica da parte di ignoti estremisti, bersaglio il sovvertimento dell'ordine costituito, senza alcuna nuova proposta, ovviamente... Destabilizzazione e basta, come ovunque. Si ricorre allo stato d'assedio come ultima spiaggia, ma non basta, la città viene abbandonata a se stessa, la capitale viene trasferita altrove, ed è a questo punto che si verifica la sorpresa. Ogni pessimistica previsione cade di fronte al senso di responsabilità della comunità umana, che isola i ribelli, e restituisce l'ordine costituito. C'è anche chi pesca nel torbido e provoca esplosioni e massacri, con la tecnica autodistruttiva della destabilizzazione, ma il senso di responsabilità ottiene partita vinta. A questo punto, con uno scatto d'intelligenza che davvero non manca a Saramago, si verifica il prodigio laico: appare chiaro dai fatti il nesso fra la fuga dal voto e una strana epidemia di cecità che pervade tutta la città e provoca vittime ovunque. Allora, la "rivolta delle schede bianche", in coincidenza con l'epidemia di cecità che invece viene da lontano, da quattro anni, è un evento da non sottovalutare, si può parlare di pura coincidenza, ma la "cecità" del mondo, la fuga dalla responsabilità civile e storica di andare al voto, riflette una condizione dell'io, dell'essere umano ormai dilagante, e da combattere con le idee, sembra voler concludere Saramago. Sul finire del romanzo, la trama riprende a vivere la sua fase più creativa e inventiva, in virtù di un perfetto passaggio, tutt'altro che mediato, fra la condizione di indifferenza che regna fuori e dentro il seggio elettorale, e una figura femminile, tratteggiata a tutto tondo, che diventa improvvisamente protagonista, e consente che il romanzo assuma un andamento poliziesco: c'è una donna, l'unica della città, che all'epoca non diventò cieca, anzi venne accusata di un delitto. Ma basta così. Il finale è a sorpresa, non va rivelato, Saramago mira ormai a mescolare le carte e quindi a lasciare il lettore in sala d'attesa. Una cosa sola lo interessa, ed è una questione morale: che la protagonista di

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