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Le polemiche con «Il Vangelo secondo Gesù» e il Nobel nel '98

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L'esordio con il romanzo «Terra del peccato» (1947), per poi toccare lo spazio della poesia con «Le poesie possibili» (1966), e del teatro con «Che farò con questo libro?» (1980). Eccolo poi di nuovo narratore con «Manuale di pittura e calligrafia» (1977), e ancora con i racconti «Oggetto quasi» (1978). Il successo in grande stile lo tocca nel 1980 con «Una terra chiamata Alentejio» e la conferma viene da «Memoriale del convento» (1982), che provocò dure polemiche a causa della scabrosità dell'argomento. Di nuovo sugli altari della critica e del pubblico con «L'anno della morte di Ricardo Reis» (1984), mentre fra le più recenti opere vanno ricordate «La zattera di pietra» (1986), «Storia dell'assedio di Lisbona» (1989), «Il Vangelo secondo Gesù» (1992) che scatenò ancora violente polemiche, più che legittime, perché da un grande scrittore non ci si deve mai aspettare la fruizione polemica della figura chiave della storia umana. Vennero poi «Cecità» (1995), e ora questo nuovo romanzo dove, come si diceva, l'interferenza degli stili espressivi, narrativa e saggistica, opera spesso di conserva, ma talvolta mostra il fianco ad una forte difficoltà di coesione. W. M.

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