Cinema italiano con le tasche vuote
Nell'ultimo anno ha subito un taglio di circa 20 milioni di euro e con la nuova Finanziaria dovrebbe subire un'ulteriore riduzione di 9 milioni di euro. I registi e gli autori del Gruppo 16/12 si sono riuniti, ieri mattina a Roma, in un sit-in davanti al Montecitorio per denunciare la situazione di stallo in cui si trovano i venti progetti di film che il 16 dicembre 2003 sono stati dichiarati meritevoli dei finanziamenti, destinati ad opere prime e seconde. Tra gli aderenti alla protesta: Mario Monicelli, Giuliano Montaldo, Ugo Gregoretti, Gillo Pontecorvo, Gigi Magni, Carlo Lizzani, Furio Scarpelli, Citto Maselli, Wilma Labate e Paolo Virzì. «La situazione è drammatica - ha spiegato Lizzani - Lo stesso ministro Urbani ha lamentato più volte la scarsezza dei fondi e il ritardo dei finanziamenti. Le cause di questa realtà sono moltelici e storiche: da un lato, c'è l'eterno dibattito politico che vorrebbe migliorare le leggi e dall'altra parte, esiste una mancanza d'identità nei cineasti, che porta alla disgregazione e al disordine culturale. Sebbene abbiamo ottime scuole di cinema, come quella Nazionale, i giovani non hanno sbocchi professionali, perchè la vera esperienza si fa sui set. La nostra industria cinematografica è carente e schiacciata dalla potenza economica di Hollywood». «Tutto ciò che lo Stato italiano mette a disposizione del cinema è inferiore al costo di un solo film americano medio - aggiunge Enrico Vanzina - Stiamo vivendo la più difficile crisi degli ultimi anni. Il Fus è stato ridotto al lumicino, nonostante il parere contrario del ministro Urbani. L'attenzione della nostra classe politica è concentrata sulla tv, che però non può rinunciare al cinema, esattamente come l'industria ha bisogno della sperimentazione e della ricerca. Invece, se la tv mangia, il cinema muore. Non credo nemmeno nel sistema protezionistico». «Occorre - ha concluso Vanzina - promuovere politiche d'altro tipo, incentivare la produzione di film italiani da parte delle major americane che nel nostro Paese ottengono alti introiti; introdurre una tassa sul doppiaggio dei film stranieri e individuare risorse alternative. Infine, con una autentica politica d'impegno, si potrebbe arginare il fenomeno della pirateria e il cinema avrebbe a disposizione circa 500 miliardi di vecchie lire in più».