Hollywood scopre le star con gli occhi a mandorla
STREGATO ANCHE SPIELBERG
Sono sempre più numerose le attrici che arrivano dall'Oriente, diventate famose spesso nei rispettivi Paesi d'origine, che riescono ad accaparrarsi ruoli ogni volta più importanti e consistenti nelle produzioni targate Usa. Una tendenza che si va consolidando e che un cineasta di talento come Steven Spielberg non poteva certo ignorare, lasciandosi stregare anche lui dalla sensualità e dal fascino delle attrici del Sol Levante. Il suo prossimo film da produttore lo sta realizzando proprio in questo periodo, tra Los Angeles ed il Giappone, con un cast prevalentemente composto da stelle orientali, tra cui non manca una consistente flotta di bellezze dagli inconfondibili tratti somatici. Spielberg, infatti, è impegnato, per la sua casa di produzione Dreamworks, nelle riprese di «Memorie di una geisha», tratto dal libro best-seller firmato da Arthur Golden. La pellicola è diretta da Rob Marshall (premio Oscar per il musical «Chicago»). E sulla scia di una tendenza ormai inarrestabile, come peraltro conferma il successo di film come «Hero», «La foresta dei pugnali volanti», «La tigre ed il dragone», ed il revival a tutto kung fu inaugurato da «Kill Bill» di Tarantino, gli attori principali sono Gong Li, Zhang Ziyi, Michelle Yeoh e il bel Ken Watanabe, una celebrità in Giappone e diventato una gloria hollywoodiana con «L'ultimo samurai» accanto a Tom Cruise. La pellicola racconta le gesta di Sayuri, interpretata dalla filiforme Zhang Ziyi (che molti avranno avuto modo di ammirare per l'appunto in «Hero» e «La tigre ed il dragone»), che si innamora del potente signore dal quale è a servizio. Nella casa del padrone trova un'alleata e una maestra di seduzione nell'esperta geisha Mameha, che ha il volto di Michelle Yeoh (ex ballerina, specializzata in ruoli spericolati e attuale fidanzata del team manager della Ferrari Jean Todt, nonchè interprete di «007 - Il domani non muore mai»), e dovrà battersi contro la terribile rivale Hatsumomo. Una insolita Gong Li (oltre a «Lanterne rosse» e «La storia di Qiu Ju» molto apprezzati e premiati in Occidente, l'ultimo «2046» e protagonista dell'epidosio «La mano» di Wong Kar Wai inserito in «Eros»), divina cinese per eccellenza, qui nei panni della cattivissima.