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Dopo 912 giorni di restauri il tempio della lirica ha riaperto, come 226 anni fa, con Salieri

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La Scala è tornata trionfante nel centro di Milano, del teatro ristrutturato in 912 giorni, non ancora ultimato del tutto, ma preparato per il grande evento di ieri sera. Tra aspettativa, sorpresa, meraviglia gli appassionati di lirica e quelli per i quali il 7 dicembre è un'occasione mondana, hanno riconquistato il loro tempio. Sono entrati un po' titubanti, guardandosi attorno, timorosi di vedere chissà quali cambiamenti. Ma ad attenderli c'erano i grandiosi lampadari di cristallo del foyer, le maschere nelle loro tradizionali divise, gli stucchi e i velluti dei palchi. «Meraviglioso» hanno ripetuto tutti. La Scala è tornata quella di sempre. È piaciuta anche l'opera di Salieri (la stessa che 226 anni fa inaugurò la struttura), un po' difficile, sconosciuta ai più. Ma soprattutto ha convinto il nuovo teatro, che non è stato ucciso dalla tecnologia. «È un onore per Milano, un onore che ci siamo meritati». Così si è espresso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo essere uscito dal camerino dove era andato a salutare il maestro Riccardo Muti al termine dell'«Europa riconosciuta», salutata con tanti applausi. Il premier ha commentato: «È stata un'opera deliziosa. Questo teatro è un orgoglio per tutta Milano e per tutta l'Italia e, così come è sistemato, è attrezzato anche per il prossimo secolo». E al premier è arrivato un segnale da Roma. Il comitato di coordinamento della CdL del Teatro dell'Opera lo ha invitato ad assistere anche alla prima del teatro capitolino. Secondo il presidente del comitato, Silvana Caradonna, «così si restituirà all'Opera la dignità che le compete». Ed ora veniamo ai tanti nomi illustri che hanno fatto da degno crollario all'eccezionale serata milanese. Di teste coronate ce n'erano tante, ma la regina della prima della Scala è stata solo una: Sophia Loren. Per la seconda volta ad una prima nella sala del Piermarini, la diva ha voluto di nuovo come accompagnatore l'amico Giorgio Armani, con cui, a detta di molti, ha formato la coppia più bella della serata. La Loren è andata in visibilio per la nuova Scala «tutta rossa, il mio colore preferito», mentre Armani ha apprezzato l'opera di Salieri, che non conosceva. Più defilata la coppia reale Emanuele Filiberto-Clotilde Coureau: entrambi belli, giovani ed eleganti. A fare da padroni di casa, nel palco reale, Silvio Berlusconi e Veronica Lario, il sindaco di Milano Gabriele Albertini e il presidente della Regione Roberto Formigoni. Il governo italiano è stato rappresentato ai massimi livelli dal vicepremier Marco Follini e da ben otto ministri (in larga maggioranza di origini settentrionali), praticamente un record per una prima: c'erano Giuliano Urbani dei Beni Culturali, Letizia Moratti dell'Istruzione, Girolamo Sirchia della Salute, Lucio Stanca dell'Innovazione Tecnologica, Roberto Castelli della Giustizia, Pietro Lunardi delle Infrastrutture, Mirko Tremaglia degli Italiani nel mondo ed Enrico La Loggia degli Affari regionali. Tra le autorità milanesi anche il presidente della Provincia Filippo Penati, elegante come al solito, e tra i politici Ignazio La Russa e Daniela Santanchè, il presidente del consiglio regionale Attilio Fontana, Vittorio Sgarbi che non ha rinunciato a frecciate polemiche sulla scelta di Salieri. Diversi i rappresentanti dell'imprenditoria lombarda come Giorgio Fossa, Carlo De Benedetti, Fedele Confalonieri per citarne alcuni. Poi Virginio Rognoni, il direttore generale della Rai Flavio Cattaneo, Emilio Fede. E Carla Fracci ancora con qualche dubbio irrisolto sul restauro del Piermarini, e Valeria Marini, inguainata in un abito rosso Cavalli con oblò di strass in vita, senza il suo Vittorio Cecchi Gori. Lucio Dalla ha lasciato la Scala definendola «straordinaria, con una fantastica acustica. Grandissimi i cantanti - ha aggiunto - non ho capito l'opera ma è un difetto mio».

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