Scala, conto alla rovescia. «Lavoreremo fino a poche ore prima della riapertura»
Si avverte una certa emozione, a due passi dalla Scala, fra i multiscreen che mostrano le varie fasi dei lavori dell'edificio e le immagini dei grandi successi del più celebre Teatro operistico, seguire il conto alla rovescia dell'appuntamento preso 36 mesi fa dall'amministrazione milanese e dall'architetto Mario Botta per la conclusione del restauro più atteso d'Italia. Mancano poche ore all'ingresso in palcoscenico di Riccardo Muti e all'inizio della "prima" dell'«Europa riconosciuta» di Antonio Salieri, fissato per le 17 di martedì, e la caccia al biglietto è già diventata impresa eroica. I bagarini vendono a 1500 euro le poltrone da 245 euro; mentre, da domani pomeriggio, incomincerà la coda dei loggionisti per i 139 biglietti di galleria che saranno messi in vendita a 50 euro, tre ore prima della "prima". I più realisti si sono accontentati del coupon che, consegnato entro oggi, consentirà di prendere posto al Teatro degli Arcimboldi per seguire su un megaschermo, in diretta, il terzo grande debutto alla Scala, dopo quello inaugurale del 3 agosto 1778 e dopo la riapertura post-bellica del '45, con Toscanini sul podio. «I lavori proseguiranno fino a poche ore prima della riapertura del Teatro e poi riprenderanno alacremente. Occorrerà ultimare alcune riifiniture della sala e degli uffici. Per quanto riguarda il palcoscenico, invece, tutto è pronto per andare regolarmente in scena il giorno di sant'Ambrogio», ci dice con legittimo orgoglio l'ingegner Franco Malgrande, direttore degli allestimenti scenici del Teatro La Scala. Alla fine si raggiungeranno le 700mila ore di lavoro per un costo di 60 milioni di euro. Diana Damrau (Europa) e gli altri artisti del cast si muoveranno su una scena la cui area complessiva è ora di 1.600 metriquadri (20 metri di larghezza, 18 di profondità, le nuove dimensioni). «Palcoscenico, sale-prove, camerini, spogliatoi e tutti gli altri servizi sono stati demoliti e ricostruiti - spiega l'ingegner Malgrande - e il nuovo spazio scenico si presenta come un grande spazio a L, suddiviso in tre aree: palcoscenico, retropalco e spazio laterale. La meccanica di scena è stata ammodernata ma rispetta la metodica e la tradizione del modo di lavorare della Scala. L'intervento è servito a ottimizzare gli spazi e a migliorare la qualità del lavoro dei tecnici, degli orchestrali e dei coristi. Prima c'erano dei pilastri di cemento e per cambiare le scene bisognava fargli lo slalom intorno. Ora, invece, possiamo trainarle rapidamente nello spazio laterale, grazie al recupero della superficie dell'ex palco della Piccola Scala. Se prima, in un anno, si potevano dare 100 spettacoli; oggi si può arrivare a 130 rappresentazioni». Dà un certo brivido sporgersi dalla nuova «torre scenica», forse la più alta d'Europa, innalzata fino a una quota di copertura di 38 metri. I numeri, certo, fanno impressione (sono stati piazzati ben 600 chilometri di cavi elettrici). Ma la grande attesa è per l'acustica che ha generato tante polemiche nei mesi scorsi, nonostante sia stata affidata alle cure di un grande esperto internazionale come l'ingegnere Higini Arau.