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L'avventura condita col thriller

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UN GRANDE film d'avventura abbondantemente condito con atmosfere da thriller: questo è «Il mistero dei templari» che mescola tutti gli ingredienti classici della cinematografia del mistero e tiene gli spettatori con gli occhi inchiodati allo schermo per ben due ore e cinque minuti, ma la pellicola è talmente incalzante da sembrare più breve. Nella versione originale il film si intitola «Tesoro nazionale», riferito (ma non solo) al documento originale della Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America. La pergamena, uno dei rari reperti archeologici di un Paese che ha poco più di 200 anni, diventa la chiave per una caccia al tesoro che porta i protagonisti a sgomitarsi nei luoghi storici (e inevitabilmente turistici) tra Washington e New York. Al centro della vicenda c'è lo studioso, ma non considerato tale da tutti, Ben Gates, interpretato senza troppi patemi d'animo da Nicolas Cage. L'attore, con qualche puntata in filmografie più sofferte, è ormai è abbonato alle pellicole d'avventura. L'archeologo impersonato da Cage è a caccia di un tesoro favoloso che lo porta a scontrarsi, aiutato dalla bella studiosa Diane Kruger, con il cattivo di turno (il biondo Sean Bean). Il film sfodera una serie gustosissima di premesse: si parte nell'epoca della costruzione delle piramidi egiziane e si passa per l'Impero Romano. Poi si fa una puntata nel Medioevo e di seguito si tira dritto fino alla Guerra d'Indipendenza americana. Gli enigmi e i segreti che si materializzano in tale viaggio nel tempo confluiscono però in un confronto brutalmente fisico tra i contendenti. Passando per il Medioevo la narrazione si ferma un po' a Gerusalemme per porre una domanda: cosa hanno trovato i cavalieri templari sotto il tempio di re Salomone? Ecco, il film alla fine risponde esplicitamente a questa domanda infrangendo un'atmosfera misteriosa che, forse, sarebbe stato meglio mantenere tale. Un bel regalo agli spettatori: la breve interpretazione di un grande attore, Christopher Plummer, che si vede raramente sullo schermo.

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