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FICTION

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Leghisti contro il Lizzani delle «Cinque giornate»

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«Speravo che Carlo Lizzani mi raccontasse della vittoria dei milanesi sugli austriaci, del contributo di Carlo Cattaneo, delle sofferenze degli oltre trecento caduti, morti per liberare la propria terra dal dominio straniero - dice Caparini - Dopo pochi minuti di proiezione della seconda parte (si tratta di una miniserie in due puntate, la prima ce l'hanno risparmiata) ho capito perché si chiama fiction». «La finzione ha preso subito il sopravvento sulla realtà e sono stato costretto a sorbirmi due storie d'amore - sostiene Caparini - la prima quella tra Giovanni (Fabrizio Gifuni), medico milanese, poco credibile come milanese, e Amalia (Chiara Conti), giovane contessina austriaca sua paziente; la seconda quella tra Carlino (Giuseppe Soleri) e Teresa (Ana Caterina Morariu), giovane popolana che lavora alla mensa degli ufficiali austriaci. Dei milanesi, quelli veri, che hanno combattuto l'invasore neanche l'ombra». Non si è fatta attendere la risposta di Carlo Lizzani: «Ho due nonni garibaldini, sul Risorgimento non mi si può toccare. Sono indignato e costernato da queste chiacchiere al vento che lasciano il tempo che trovano». «Nel film la figura di Cattaneo è molto valorizzata - dice il regista - finalmente anche lui, dopo Mazzini, Garibaldi e Cavour, avrà il posto che gli spetta grazie ad un film. Che le critiche siano pretestuose lo dimostra il fatto che da destra qualcuno ha osservato che il film è troppo cattaneano».

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