«LA PAZZA DI CASA»
Chiunque s'inventa un amore, almeno una volta nella vita. Per accorgersi di esistere, per rallentare la presa su una sanità forzata, per concedersi una meritata pausa di alienazione, socialmente accettata. «Pazza di casa» non è un romanzo, con inizio e fine. È un caleidoscopio di storie, quelle che ti cuci addosso sul serio, quelle che ti partono dalla fantasia (a proposito è proprio lei la «pazza di casa» secondo un'espressione coniata da Santa Teresa d'Avila) e che si dipanano poi in lunghi e appassionanti romanzi, storie mai cominciate, mai finite. E poi c'è un filo rosso: la donna che incontra l'uomo. Il canovaccio cambia i contenuti, mai la sostanza. La passione per M. si traduce, comunque, in un innamoramento disperato «che è come andare in barca e soffrire il mal di mare». Conosciuto vent'anni prima, M. doveva essere l'avventura di una notte e invece scatena una passione, forsennata, fittizia, insensata. Della serie, lei si contorce nel rimpianto: Era l'Uomo della mia Vita. Perchè, naturalmente, lui si è già dileguato: mesi e mesi di sofferenza abissale, tentativi inutili di riacciuffarlo. Altri mesi di disperazione. Poi il ritorno alla normalità (ci sono altri 30 milioni di uomini là fuori) e dopo vent'anni il reincontrarsi, per caso, in situazioni completamente diverse. La Montero, a più riprese, ri-racconta la storia di M., sempre diversa. Una volta in salsa noir con M. che, al primo incontro, sviene sul più bello. Oppure M. che consuma una copula frettolosa, perchè la prima volta non è mai un granchè, per poi riscattarsi vent'anni dopo, brizzolato e un po' rugoso, con un amplesso da togliere la pelle. In un'altra M. che da attore fascinoso conosce gli abissi del degrado e si trasforma in rottame umano. Tutto perchè il libro della Montero è anche un lungo e interessante monologo sull'arte del narrare, sull'arte di raccontare tutte quelle storie che la «pazza di casa» (la fantasia che vive nel soppalco, al piano di sopra) ci permette di esplorare dentro di noi. Le storie che nascono da una frase bella, dall'incontro fortuito con un nano sull'autobus o con una barista grassa e sudata che strimpella un pianoforte. Il segreto è setacciare tutti i mondi possibili. E anche quelli impossibili. Rosa Montero «La pazza di casa» Frassinelli, 243 pagine, 15 euro