Scoprì il primo Decamerone
Oltre a curare la monumentale edizione di tutte le opere del Boccaccio e a dirigere la rivista «Studi sul Boccaccio», a Branca si devono fondamentali scoperte. In particolare due hanno fatto di lui un'autorità internazionale: l'identificazione dell'autografo del «Decameron», conservato a Berlino, il cosiddetto «Codice Hamilton», e la scoperta di «un nuovo Decameron», ovvero della prima redazione giovanile dell'opera novellistica. Ormai ottuagenario, Branca annunciò agli inizi del 1998 di aver scoperto un nuovo «Decameron», in alcuni punti assai diverso per stile e narrazione da quello finora conosciuto. È quello contenuto nel cosiddetto «Codice Parigino Italiano 482», custodito alla Biblioteca Nazionale di Francia, fino ad allora pressochè trascurato dagli studiosi. Il codice contiene, a suo giudizio, una redazione giovanile del celebre capolavoro letterario medioevale, composta da Boccaccio non ancora quarantenne, cioè più di vent'anni prima del testo accettato come base per tutte le edizioni a stampa. Quasi trent'anni prima, con un volume che raccoglieva un ventennio di ricerche, Branca aveva ufficializzato l'attribuzione alla penna dello stesso Boccaccio del «Codice Hamilton» del «Decameron» conservato a Berlino. R. T.