«Ci vorrebbero le parole del Petrarca per esprimere il dolore»
«La sua incessante attività, e i suoi studi sulla cultura veneziana e su altri momenti della storia letteraria italiana, ne fanno uno dei più illustri e lucidi testimoni della nostra recente vita civile». «Uomo di profonda ispirazione cristiana, Branca è stato protagonista dei fermenti culturali nazionali fin dagli anni Trenta»: così il sindaco di Venezia, Paolo Costa. «Branca ha partecipato alla Resistenza - ha sottolineato Costa - ed è stato tra i dirigenti della Liberazione di Firenze, che gli ha reso omaggio nominandolo cittadino onorario. È stato italianista di fama mondiale, docente universitario apprezzatissimo, scrittore e saggista». Il sindaco ha citato il ruolo ricoperto da Branca, per quasi cinquant'anni alla guida della Fondazione Cini, in Venezia. «Ci vorrebbero le parole e le lacrime di un Petrarca per esprimere tutto il mio smarrimento per questa dolorosa coincidenza di perdite nel mondo della cultura: l'altro ieri il caro Valerio Riva, oggi il maestro Vittore Branca». Lo ha affermato il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan. «Branca, l'illustre studioso di Petrarca, di Boccaccio e di tutto ciò che appartiene alla grande letteratura italiana. Nella mia qualità di Presidente della Regione del Veneto, scrissi a suo tempo al Presidente della Repubblica che venisse presa nella dovuta considerazione la proposta di nominare Vittore Branca senatore a vita. Se lo sarebbe meritato per i suoi eccezionali meriti di studioso». «Con la morte di Branca gli studi di storia della letteratura medievale, in particolare, non saranno più come prima». Lo ha detto Francesco Mazzoni, presidente della Società Dantesca Italiana. «Branca si è affermato come il più autorevole studioso del Boccaccio in Italia e all'estero e ha saputo diffondere il culto dello scrittore trecentesco nel mondo».