Rapina al sapore di fragola

«JAGODA» in serbo sta per «fragola» ed è anche il nome (o il soprannome) di una ragazzotta bionda che fa la commessa in un supermercato americano nella sempre più occidentalizzata Belgrado. Una sera, mentre stanno per chiudere, liquida in modo sbrigativo una vecchietta che voleva acquistare delle fragole. Da lì a poco fa irruzione un giovanotto con mitra e tuta mimetica che sequestra tutti pretendendo risarcimenti per sua nonna e cioè la vecchietta che si era vista rifiutare le fragole. Da qui il resto. Con i sequestrati terrorizzati dal sequestratore che si dice reduce da molte guerre in cui ha ucciso molti uomini, con una polizia all'esterno in preda a contraddizioni di ogni tipo perché c'è chi, cresciuto sotto dittature oppressive, esige maniere forti e chi invece, partecipe della nuova democrazia, preferirebbe il dialogo. Mentre la folla attorno rumoreggia facendosi beffe dei poliziotti e prendendo le difese del sequestratore. Al quale, nel finale, si legherà sentimentalmente la commessa e non solo per risarcirlo di come gli aveva maltrattato la nonna... Un'opera prima. Dusan Milic, che se l'è scritta e diretta, pur fra le temperie di una situazione che prende sempre le mossa dalla violenza, ha preferito toni molto vicini al grottesco, arrivando, per certi personaggi, quasi alla caricatura. Con immagini coloratissime (i tanti colori del supermercato aiutano) e con ritmi che privilegiano, ma spesso in modo buffo, la concitazione. Divertendo pur con accenti facili. I protagonisti, Branka Katic e Srdjan Todorovic ci arrivano dal cinema di Kusturica. Che, stimando evidentemente Milic, gli ha prodotto il film. G. L. R.