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di ANTONIO ANGELI NEL mondo del cinema è stata suggellata una super-alleanza: Harrison Ford, ...

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Le due star ci racconteranno un futuro che la loro arte farà sembrare vero. Magia del cinema, della letteratura e della televisione: affascinare mostrando come sarà la vita tra pochi o tanti anni. E gli oracoli di Delfi dell'era moderna qualche volta ci azzeccano pure. O ci vanno molto vicini. La maggior parte delle volte però raccontano bufale spaventose, ma sempre affascinando. Agli albori dell'epoca tecnologica c'è il patriarca di tutti i profeti: Jean-Jules Verne. Nel suo meno famoso e più allucinato romanzo: «Parigi nel XX secolo», scritto nel 1863, vedeva un'immensa metropoli, dominata dagli ingegneri. Nella città i cittadini si spostano continuamente su treni e metropolitane. Non troppo diversa dalla Parigi di oggi. Ma allora, nell'Ottocento, il mito del futuro era nelle macchine a vapore e le metropolitane di Verne sono sospinte dall'aria compressa generata da stantuffi e caldaie. Verne è conosciuto da tutti soprattutto per «Dalla Terra alla Luna» (1865), il romanzo che ha proiettato generazioni di scrittori nella corsa allo spazio. L'umanità, con la fantasia, ha volato tra le stelle con ogni mezzo e negli anni Cinquanta, secondo la moda del momento, ha visto con l'energia atomica l'inizio dell'era spaziale. Tanto che nel film «Ultimatum alla Terra» del '51 (che ai tempi ebbe un successo straripante) gli alieni venivano ad avvertirci: «State per arrivare sulla Luna. Usate bene la vostra scienza. Altrimenti sapremo noi come fermarvi». Poi gli uomini sulla Luna ci arrivarono sul serio. Ed è cominciata un'altra musica. Neil Armstrong il 20 luglio del '69 con la sua passeggiata calpestò idee e fantasie di qualche migliaio di scrittori e registi di fantascienza. Quel giorno non apparvero mostri, non ci furono imprevisti. Nemmeno un omino verde. I media si adeguarono e nei primi Settanta apparve la serie televisiva «Ufo»: in ventisei puntate si spiegava che gli alieni (cattivissimi) esistevano, ma venivano tenuti fuori dai piedi da un'organizzazione segreta e efficientissima. La serie si svolgeva negli Ottanta e ci vollero meno di dieci anni perché finisse sotto naftalina. Oggi però è stata recuperata, ritrasmessa in tv e proposta in dvd. Più che dalla battaglia (improbabile) con gli alieni molti oggi sono affascinati da come si vedeva il futuro prossimo negli anni '70: abiti attillatissimi, donne con parrucche viola, uomini platinati. Se è per questo, in una certa misura, «Ufo» ci ha azzeccato. Sarà seguito da «Spazio 1999», che narra le vicende della base lunare Apha. Oggi, nel 2004, la base sulla Luna non c'è, ma i telefilm hanno ancora molti appassionati. Negli anni Ottanta invece, quelli veri, si guardava ai Novanta. In questo periodo viene girato un film che oggi è un fantasma. Si narra di un gruppo di terroristi che si suicida mandando a un aereo contro un grattacielo nel cuore di Manhattan divenuta, in un futuro atrocemente vicino, un campo di battaglia. Il regista visionario è John Carpenter. Il film, dell'81, si intitola «1997 Fuga da New York». Oggi, nell'epoca del trionfo dell'home video, il film è introvabile, trasmesso pochissime volte dalla tv (e in orari improbabili) non è mai stato proposto in dvd. Quel genere di profezie, oggi, non le vuole sentire nessuno. Di tanti oracoli neanche uno però ha azzeccato la vera rivoluzione del Terzo Millennio: Internet. Di computer «futuribili» se ne sono visti tanti: il più famoso è il cattivissimo Hal 9000 in «2001 Odissea nello spazio» di Kubrick (il nome Hal è composto con le lettere che nell'alfabeto precedono quelle di Ibm, come un fosco presagio). Ma il «villaggio globale», che oggi mette in rete il mondo intero, quello non lo aveva immaginato nessuno.

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