Per ricordare Falcone la sobrietà di Claudio Martelli
Sono stati 1.945.000 gli spettatori che hanno seguito, martedì, in seconda serata, su Canale 5 l'esordio di Claudio Martelli come conduttore. Martelli, infatti, è stato il padrone di casa di uno speciale dedicato a Giovanni Falcone nell'anniversario della morte del giudice avvenuta il 23 maggio del 1992. In maniera sobria, mai sopra le righe, la trasmissione ha messo in evidenza, oltre gli aspetti professionali del giudice assassinato dalla mafia, anche quelli umani. Come era giusto che fosse in un appuntamento che, pur in seconda serata, ha catturato l'attenzione del pubblico. È apparso molto soft ed equilibrato il tono con cui lo speciale è andato avanti, dall'inizio alla fine, senza alcuna sbavatura o polemica. Sono stati ampiamente documentati i rapporti con la politica, con i colleghi di lavoro, che hanno rappresentato l'asse portante dell'appuntamento. Una affettuosità che spesso Martelli tendeva a minimizzare, in un eccesso di sobrietà, veniva invece fuori e faceva da contorno a tutto il racconto. Il pubblico ne veniva coinvolto. Si è dimostrata la persona giusta, Claudio Martelli, per rievocare la vicenda drammatica di un personaggio che lui aveva conosciuto personalmente. Bello, infine, l'accento sull'insegnamento lasciato da Falcone. E tra le tante frasi, la più intensa è stata sicuramente questa: «Falcone ha fatto diventare la lotta alla mafia più importante della mafia stessa». Mar. Cat.