Per la tragica favola Gattinoni trasforma tutti in insetti
I costumi disegnati da Guillermo Mariotto creano un universo con pulci, scorpioni e formiche che fonde oriente e occidente
Ci sono poi lo scorpione, la coccinella, il grillo parlante, una miriade di pulci e, naturalmente, la farfalla (che però vive al contrario per finire bruco). Guillermo Mariotto per Gattinoni, i personaggi di Puccini, nell'allestimento di Torre del Lago, li ha tra-vestiti così. Uomini-insetti che si muovono nel paesaggio lunare creato dallo scultore Arnaldo Pomodoro. E che rubano all'alta moda bizzarrie d'autore. Un paracadute, dipinto a mano, si trasforma in un abito da sposa, quello indossato da Cio-Cio-San (Madama Buttefly) nel primo atto. In testa, la protagonista Daniela Dessì, porterà cappellini da baseball sovrapposti tra i quali spuntano le antennine della farfalla (un paio di occhiali con le stanghette all'insù). Il tenente della marina americana, Pinkerton-scorpione, che con il punzone colpisce la piccola Butterfly abbandonandola, è tutto di nero vestito, quasi un aviatore trash-hard. Mariotto vede nera anche Kate, la compagna occidentale di Pinkerton: è una formica vestita di maglia mossa da coulisse, tanto care all'abbigliamento sportswear. Visiera da baseball anche per Suzuki, la domestica-cicala con indosso il maglione-kimono jacquard dai mille fili. Oriente e Occidente, antico e contemporaneo contrapposti e vicini. I servi di scena diventano pulci, insetti fastidiosissimi che evocano l'immagine dei terroristi con maglioni e passamontagna, disposti anche a diventare kamikaze. Un giubbotto da motociclista con camicia e cravatta in pelle nera unito a lunghissime code da frac, è l'abbigliamento del grillo parlante Sharpless, il console mondano e un po' ambiguo. Il dolore è personificato dal bambino figlio di Cio-Cio-San e Pinkerton: una tenera coccinella. Il filo conduttore delle creazioni è rappresentato dal piumone e dall'imbottito (il ragazzi del Coro lo indosseranno per 70 metri), ma anche dall'uso di tessuti tecnici, stretch, laccati, spalmati. Dalle passerelle al palcoscenico. È così che dopo quarant'anni (la maison Gattinoni nel '62 vestì la Tosca al Teatro dell'Opera con Renata Tebaldi) torna al teatro. L'haute couture capitolina si conferma laboratorio ideale. È qui che si sperimentano nuove vie. E Mariotto, che sfila anche a Milano con il pret a porter, conferma: «Senza l'alta moda non sarei potuto arrivare a quello che vedrete sul palco di Torre del lago. Solo con la haute couture mi sento libero di creare e di sognare senza limiti».