IL PARERE DELL'ANTROPOLOGO
«Teleabuso del successo facile» Cicogna: nessuna nobiltà a una Tv senza impegno e dignità
Non conferiamo nobiltà al classico meccanismo della vendita di un prodotto che ha finalità commerciali ben precise. Siamo solo in presenza di scelte oculate realizzate da professionisti che si servono anche di un forte battage pubblicitario per imporre determinati prodotti ad un determinato pubblico». È molto dura la riflessione dello psicoantropologo Massimo Cicogna, responsabile dell'Istituto Internazionale di Studi Transdisciplinari che parla anche di un decadimento di valori a livello etico e morale, incentivato da trasmissioni televisive che propongono il raggiungimento della notorietà senza alcun impegno o sacrificio personale. «Trovo poco scientifico soffermarmi a riflettere su dati finalizzati a rilevare quali sono i gusti del pubblico che si nascondono dietro programmi simili. E sono anche certo che siamo un po' tutti responsabili del decadimento in atto di valori etici e morali, ma soprattutto lo sono i programmatori dei palinsesti televisivi», continua Cicogna che non fa mistero dei gravi danni psicologici di tali illusioni televisive sulla formazione e lo sviluppo degli adolescenti. Lo studioso del comportamento giovanile parla di uno sfrenato voyeurismo, di esibizionismo insito in programmi di tale genere che si trasmettono di pari passo nei giovani fruitori di tali prodotti. E svela: «Nella quasi totalità dei ragazzi che mi è capitato di incontrare per motivi professionali, ho riscontrato un unico grande desiderio: partecipare a programmi come il Grande Fratello o similari, che consentono di diventare famosi in poco tempo e di guadagnare in maniera consistente. Evitando le lunghe gavette lavorative che non sempre, purtroppo, si concludono positivamente». Cicogna sottolinea come la realizzazione di un comitato sul teleabuso di questi contenuti televisivi, creato dalla sua struttura all'indomani della prima edizione del GF abbia convogliato le proteste di un pubblico, che pur essendo una minoranza, è rappresentativo di un malessere diffuso dovuto alla presenza di discutibili programmi televisivi. Infine si dice sicuro dell'esistenza di una utilizzazione positiva dei media come la Tv sulla formazione culturale e scientifica delle giovani generazioni. «Stiamo realizzando una ricerca che dimostrerà come, se si investisse sulla divulgazione delle nostre ricchezze culturali ed architettoniche, oppure su generi come la musica classica, il riscontro sulle nuove generazioni sarebbe talmente alto da giustificare qualsiasi sforzo economico. Bisogna, insomma, restituire impegno e dignità ai mass media come la Tv», conclude Cicogna. Mar. Cat.