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Una prese nome maschile, l'altra apprezzava «frusta e harem»

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L'una fu testimone e protagonista dei contrastanti eventi del primo Ottocento, l'altra lo fu degli avvenimenti non meno turbolenti dei primi del Novecento. Ma chi sono state nei ricordi di oggi? Potremmo indicarle come due donne spregiudicate, due amatrici appassionate, due fiere idealiste, ma esse sono state soprattutto, e lo sono ancora oggi, le inventrici leggiadre di molti avvincenti romanzi. George Sand, ovvero Armandine-Lucie-Aurore Dupin, nacque nel 1804 in una Parigi che era appena diventata la capitale dell'Empire napoleonico. L'altra, alias Sindonie-Gabrielle Colette, venne al mondo in un paesino della Borgogna, Saint-Sauveur en Puisaye, nel 1837, alla caduta dell'ultimo dei Buonaparte e all'instaurazione della Terza Repubblica. Entrambe dotate di un carattere fiero e indipendente trovarono nella frenetica e ricca vita parigina motivi di soddisfazionìe sia professionale sia amorosa. Appena ventenni si unirono con uomini dai quali tuttavia si sarebbero presto separate: George Sand con il gaudente barone Casimir Dudevant, e Colette con l'opportunista Henri Gauthier Villars. Mentre Casimir era allergico ai salotti e alla letteratura, Henri impersonava una sorta di avventuriero della penna, addirittura uno pseudo scrittore poiché faceva comporre ad altre persone i racconti che egli firmava. Entrambe cominciarono a operare in età giovanile, sebbene le austere convenzioni sociali le costringessero a nascondersi dietro pseudonomi. George Sand esordiva nel 1831 riscuotendo un grande successo con alcuni romanzi passionali, come «Indiana, Valentine, Lélia», mentre Colette, pur spronata dall'inetto marito, pubblicava fra il 1900 e il 1903 una fortunata serie di romanzi amorosi che avevano per protagonista la vezzosa Claudine. Le loro vite mondane e le loro opere suscitarono fin dall'inizio contrastanti reazioni. George Sand fu apprezzata da Chateaubriand, Saint-Beuve, Balzac per la finezza psicologica dei personaggi e per un innato talento nella «presa diretta» degli avvenimenti, un fatto che la collocavano nella nascente corrente realista. Fu tuttavia osteggiata da grandi intellettuali quali Baudelaire e Barbey d'Aurevilly, e ciò a causa delle sue convinzioni liberali, della sua vivace attività femminista e per quel certo byronismo che fino a quel momento era stato appannaggio di soli uomini. Il suo nome apparve nell'Indice, ed era il 1863. A questo fatto si unirono il divorzio, ma anche le avventure amorose con personaggi come il geniale quanto fragile Chopin o il sagace quanto vigoroso De Musset. Colette invece seppe mantenersi politicamente disimpegnata, e fu spregiudicata negli amori segnati da due divorzi e da tre matrimoni. Intrattenne biasimevoli e travolgenti relazioni con la marchesa Mathilde de Morny — Missy — e con l'imberbe figliastro Bertrand Gauthier, di trent'anni più giovane di lei. A differenza di George Sand non fu una femminista. Anzi, ai suoi occhi le suffragette meritavano «frusta e harem», ma non per questo non si mantenne troppo coperta, tanto che Maurice Chevalier, nel vederne il seno, lo descriveva «pesante, pieno, e appetitoso».

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