Pym, l'eterno fascino del mistero
Generazioni di studiosi hanno cercato di interpretare la catarsi finaleAvvince il viaggio iniziatico del protagonista che attraverso morte e resurrezione accede a una nuova dimensione dell'essere. Persino i colori hanno un significato simbolico
E che ora Mondadori rimanda in libreria negli Oscar Classici. È «Le avventure di Gordon Pym» di Edgar Allan Poe che si impone a 170 anni dalla sua nascita come caso letterario. E non solo per le qualità di scrittura del suo autore. Il Gordon Pym, come gli altri scritti "terribili" di Poe, possiede anche un altro fascino segreto e misterioso: quello di un messaggio celato che traspare dalla trama, sovrapponendosi ad essa. Ma per quanto intere generazioni di studiosi si siano cimentate in analisi del romanzo di tipo estetico e sociologico, filosofico e psicanalitico, strutturalista e addirittura psicopatologico, su Poe resta ancora molto da dire. Il romanzo prosegue e rinnova un'antica tradizione narrativa (Coleridge, Swift, Cooper), nella quale si ripropongono il viaggio per mare, la calata negli abissi, burrasche e naufragi, la fame e il cannibalismo, le esplorazioni di terre vergini e contatti con i selvaggi: tutti questi non sono solo "topoi" letterari che si inseriscono in una grande tradizione (e che hanno ispirato generazioni di grandi scrittori: Melville, Stevenson, Conrad, Verne), ma anche le immagini di un duro itinerario iniziatico del protagonista, che attraverso un processo di morte e risurrezione, superando prove terribili, accede nel finale (dai contenuti assai epici) a una nuova dimensione dell'essere. La vicenda narrata è, almeno nella parte iniziale, del tutto realistica. Il giovane avventuriero Gordon Pym si imbarca in modo clandestino sulla baleniera Grampus, deciso a lasciarsi alle spalle la vita precedente. Come molti eroi tradizionali attraverserà una serie di esperienze che ne segneranno profondamente l'esistenza, giungendo alla fine di un viaggio periglioso, dopo essere scampato anche a temibili selvaggi, nella bianca terra antartica, luogo ancora oggi poco conosciuto ed esplorato, e tanto più affascinante e misterioso all'epoca in cui Poe mise mano al suo romanzo. Persino i colori, è stato osservato, hanno un preciso significato simbolico nella loro successione: essi rimandano infatti alle fasi della grande opera alchemica, cioè a quel processo ermetico di "solve et coagula", fisico e spirituale allo stesso tempo, essenziale alla trasformazione dell'Io. Il romanzo termina quindi in un modo imprevedibile e fantastico, aperto alle più diverse possibilità. A chi voglia dedicarsi a questa lettura, certo affascinante, va caldamente consigliata quella successiva: «Le montagne della follia» di H. P. Lovecraft, che ne costituisce il seguito ideale - e anche dichiarato - e che non è certo inferiore al «Gordon Pym» quanto a interessanti contenuti simbolici, pur svolgendosi su un piano iniziatico differente. Ai lettori il giudizio, oltre al piacere della scoperta. Edgar Allan Poe «Le avventure di Gordon Pym» Oscar Classici Mondadori pagine 219, 6.20 euro