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Croisette, vincono le belle

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Sono le star, in questo Festival di Cannes poco eccitante, le vere protagoniste. Prima fra tutte Charlize Theron (nella foto), splendida nel suo abito corto drappeggiato, protagonista de «La vita e la morte di Peter Seller». E poi l'asiatica Gong Li, elegante a tutto tondo, che vederemo sugli schermi italiani a ottobre in «2046». E ancora Sharon Stone, tutta di rosso vestita e scollatissima: occhi solo per lei, l'altra sera al galà dell'Amfar. Nei giorni scorsi il respiro si era fermato a molti, nel vedere l'argentina Mia Maestro, la spagnola Penelope Cruz e la nostra Ornella Muti. Una vera e propria passerella di bellezze, vere vincitrici «morali». Intanto ieri,con la sfida franco-inglese, tra il nuovo film di Olivier Assayas «Clean» e «La vita e la morte di Peter Sellers» di Stephen Hopkins si è chiusa ufficialmente la 57ma edizione del Festival di Cannes. Oggi, al Grand Theatre Lumiere alle 19.30, la cerimonia con la consegna dei Palmares (alle 20 è previsto la consegna del premio più importante, La Palma al miglior film) con la madrina italiana Laura Morante. Tra le novità di questa edizione per molti deludente quella della trasparenza della giuria diretta da Quentin Tarantino che dovrà domenica, in una conferenza stampa che probabilmente non mancherà di essere calda, dare ragione delle sue scelte. Tra i favoriti: il film di Wong Kar-Wai «2046» (su cui la critica si è divisa tra pareri entusiastici e giudizi che lo bollano come un esercizio di maniera), e il documentario «Fahrenheit 9/11» con l'attacco di Michael Moore allo Stupid white man (ovvero Bush jr). Ma visto che probabilmente il fascino e l'irruenza di Tarantino avranno non poco peso, attenzione ai piccoli film. Ovvero: il film coreano «Old boy» di Park Chan-wook, lavoro splatter, ma con idee geniali, con protagonista un uomo animato da una feroce vendetta e che utilizza martello e kung fu per farsi strada e il giapponese «Innocence». Quest'ultimo, film d'animazione di Oshii Mamoru e tratto da un manga giapponese, è il seguito di «Ghost in the shell», diventato uno dei più grandi successi di animazione di tutti i tempi (cui hanno dichiarato di ispirarsi per «Matrix» Andy e Larry Wachowski) e potrebbe aspirare a un premio. Per la palma al miglior attore due almeno i concorrenti più agguerriti: Tom Hanks di «Ladykillers» dei fratelli Coen e Jean Pierre Bacri del film di Agnes Jaoui «Così fan tutti». Per la migliore attrice potrebbe essere una sfida tra la stessa Agnes Jaoui e la protagonista di «Clean» di Olivier Assayas ovvero una star dell'estremo oriente come Maggie Cheung. Sul fronte delle sorprese potrebbe poi aspirare a qualcosa anche il primo film tailandese della storia in concorso al festival di Cannes, «Tropical Malady» di Apichatpong Weerasethakul. La sua storia di iniziazione di un giovane soldato nella giungla tailandese piena di simboli, ha scoraggiato i più, ma c'è chi il giorno dopo si è ricreduto.

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