La Radio cambia frequenze
I canali pubblici due e tre abbandonano le onde medie
Le due emittenti sono, infatti, diventate accessibili, in tutta Italia, soltanto attraverso la modulazione di frequenza. Una trasformazione epocale che ha suscitato le proteste degli ascoltatori, soprattutto i più anziani, prevista, però, fin dallo scorso febbraio del 2003. In quella data il ministero delle Telecomunicazioni chiese alla Rai un progetto finalizzato alla riduzione di potenza degli impianti per le onde medie, molti dei quali non più compatibili con la tutela della salute pubblica ed i limiti imposti dall'inquinamento elettromagnetico. In quest'ottica, spiegano a viale Mazzini, è stato creato un solo canale ad onde medie che trasmette Radiouno, considerata rete di servizio pubblico, la cui presenza è assicurata, contemporaneamente, anche sulle FM. Sono conservati tutti gli appuntamenti di Radiouno con le finestre sull'informazione regionale, in particolare quelli delle 7.20 del mattino e delle 12.10, con la possibilità di ulteriori distacchi dalla diffusione nazionale in casi di emergenze e calamità. In queste circostanze in modulazione di frequenza, Radiouno continuerà la programmazione normale, mentre in onde medie ospiterà tutti i servizi di informazione nelle zone interessate all'emergenza. «Ci auguriamo che la dismissione delle onde medie per Radiodue e Radiotre comporti una maggiore attenzione alla modulazione di frequenza che in Italia ha ancora delle carenze, ma purtroppo la scelta era obbligata soprattutto per i vincoli legati all'inquinamento delle apparecchiature», afferma Sergio Valzania, responsabile di Radiodue e Radiotre. Che fa notare come i ripetitori delle onde medie erano posti un tempo in aperta campagna dove oggi sono sorte le città. Il maggiore disagio lamentato dagli ascoltatori è il disturbo del segnale radiofonico pubblico in FM da parte delle radio locali, molte delle quali non rispettano i termini di legge. Intanto tutte le trasmissioni di Radiodue e Radiotre stanno fornendo agli utenti le frequenze su cui sintonizzarsi che cambiano da zona a zona. Il che accresce il disagio. «Inizieremo un vero screening delle province dove i nostri segnali sono più deboli e cercheremo di potenziarli», promettono a viale Mazzini. Ma i tempi non potranno essere brevi. L'azienda pubblica anticipa, però, che, con la presenza del decoder per la ricezione del digitale terrestre, si avrà la possibilità di ascoltare, oltre le tre emittenti radiofoniche ed Isoradio, anche la Filodiffusione. L'abbandono delle onde medie è stato annunciato in alcuni programmi radiofonici, ma senza tanto clamore. Qualcuno, in Rai, è addirittura convinto che se non fosse stata annunciata, la dismissione sarebbe passata sotto silenzio. Ma c'è anche, nell'azienda pubblica, chi considera questa trasformazione come un pericoloso depauperamento del patrimonio radiofonico per concentrare gli investimenti economici sul piccolo schermo.