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E ora Renis porta Sanremo negli Stati Uniti

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Banfi o Abatantuono sul palco. Solo Aragozzini nel 1990 tentò lo sbarco oltreoceano

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Il resto sono solo chiacchiere». È un Tony Renis in perfetta forma, reduce dai continui viaggi Usa-Italia, quello che annuncia lo sbarco negli Stati Uniti del Festival di Sanremo: «L'evento si svolgerà nelle serate di domenica e lunedi 13 e 14 giugno nella Hammerstein Ballroom del Manhattan Center di New York. Ci saranno tutti i cantanti in gara nell'ultima edizione e sarà l'occasione buona per riproporre anche alcuni successi italiani intramontabili. La canzone italiana non è mai passata di moda in America, lo posso dire per esperienza diretta, semplicemente è stata gestita male». Renis non lo dice, ma forse non ci saranno proprio tutti. Per ora hanno confermato la loro presenza: Bungaro, Db Boulevard, Dj Francesco, Daniele Groff, Andrea Mingardi, Massimo Modugno, Stefano Picchi, Piotta, Mario Venuti e Veruska. Difficile contare sulla presenza di Adriano Pappalardo, con il quale i rapporti si sono raffreddati, prova ne sia che il cantante, come del resto Simona Ventura, non era presente l'altra sera alla festa che il direttore artistico di Sanremo ha dato al Piper per festeggiare il successo della compilation. «A dirigere l'orchestra sarà il maestro Leonardo De Amicis, visto che quest'anno il suo lavoro con i cantanti si è rivelato risolutivo. Stiamo cercando un comico, un grosso attore, popolare sia presso il pubblico americano che italiano. Quasi certamente la scelta cadrà su Lino Banfi o Diego Abatantuono». Oggi Renis è a Washington, dove parteciperà alla serata di gala Order sons of Italy, mentre giovedi prenderà parte alla festa privata nel ranch di Los Angeles di Kirk Douglas, che riunirà tutti i più bei nomi di Hollywood per festeggiare i cinquant'anni di matrimonio. Renis, dunque, al di là delle polemiche, ci tiene ad uscire vincitore dall'ultima edizione del Festival di Sanremo, contestando energicamente le critiche incassate dalla Fimi, da molti addetti ai lavori e dagli artisti che non hanno risposto al suo invito. Per farlo cita le cifre: la compilation ha venduto oltre trecentocinquantamila copie. Un successone, facilitato anche dalla distribuzione in edicola e dai passaggi radiofonici. Certo, se avesse dovuto contare solo sulla vendita nei negozi i risultati sarebbero stati meno confortanti. Ma i problemi di Sanremo sembrano esser altri. La direzione di Raiuno aveva annunciato il nome del nuovo direttore artistico per la prima metà di aprile, ma a tutt'oggi il successore di Renis non ha un volto. Proseguono i contatti con Paolo Bonolis, il quale ha chiesto delle precise garanzie e soprattutto un ruolo direttivo alla Baudo, ma l'accordo continua a slittare e lo scollamento sembra essere più di carattere artistico-organizzativo che non economico. L'idea di mettere in piedi «Sanremo 2004 live in Usa» è comunque lodevole, soprattutto in considerazione del tanto anelato rilancio del made in Italy. L'ultima volta che Sanremo aveva tentato lo sbarco negli Stati Uniti era stato nel 1990, anno in cui alla guida della rassegna c'era Adriano Aragozzini. Il tentativo venne premiato artisticamente, ottenendo anche un ottimo riscontro di pubblico, ma l'anno dopo l'organizzatore romano venne fatto fuori e di musica da esportazione non se ne parlò più.

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