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NUOVE scoperte archeologiche, a firma di studiosi italiani, in quello che fu l'Antico Egitto.

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C.),hanno permesso di portare alla luce nuovi ed importanti elementi architettonici. Si tratta di reperti utili per comprendere la struttura di un edificio di difficile interpretazione, perchè gravemente distrutto e modificato da numerosi insediamenti successivi e da scavi archeologici alla fine dell'Ottocento, oltre alle manomissioni da parte dei numerosi violatori di tombe che si sono succeduti nel tempo. L'archeologo Sesana ha identificato l'asse del tempio e la grande rampa d'accesso a un cortile interno, dove sussistono solo alcune basi di colonne a causa delle continue asportazioni di materiali. Sono stati poi identificati alcuni muri che, insieme ad altri indizi, consentono di ipotizzare la posizione di un pilone interno. Un'importante scoperta riguarda due grosse scanalature per introdurre e far girare i cardini di un portale che, a sua volta, doveva avere dimensioni davvero ragguardevoli. È stata quindi liberata dai detriti la rampa laterale sinistra del tempio, simmetricamente disposta a quella centrale, cui potrebbe corrisponderne una sul lato destro. Notevole è la quantità dei reperti, soprattutto blocchi di arenaria e di calcare, che mostrano, seppure in modo frammentario, la raffinatezza delle decorazioni tipiche della XVIII Dinastia dei Faraoni. La ricerca fin qui condotta ha permesso di verificare la presenza di materiali costruttivi stampigliati con i nomi anche di altri faraoni. Le prossime missioni archeologiche italiane avranno come obiettivo la comprensione completa della struttura del tempio di Amenophis e lo scavo di numerose sepolture sorte in seguito sul sito, durante quell'epoca di incertezze dinastiche e di potere che fu il Terzo Periodo Intermedio (1075-664 a.C.).

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