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CERTI BAMBINI, dei fratelli Frazzi, con Gianluca Di Gennaro, Arturo Paglia, Miriam Candurro, Italia, 2004.

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In una città del Sud che potrebbe essere Napoli anche se delle cornici avveniristiche se ne astraggono. Un viaggio in metropolitana la cui meta, per Rosario, undici anni, sarà una vittima da eliminare. In parallelo, strettamente intrecciato con quel presente, un altro viaggio che il piccolo protagonista compie nei suoi ricordi: una nonna anziana, l'unica della sua famiglia, perché ha perso i genitori, cui dedica cure affettuose. Un bravo giovane, Santino che tende ad avviarlo al bene facendosi assistere in azioni di volontariato. Il suo opposto, Damiano, che lo sta, invece, addestrando a diventare un sicario. Senza che Rosario, cresciuto in strada, tra coetanei dediti a gesti estremi, riesca a distinguere il bene e il male, solo un momento illuminato da un improvviso innamoramento per una ragazza incinta conosciuta tra quelle di cui, con dedizione, si occupa Santino. Sarà la sua morte, per un aborto mal curato da medici senza coscienza a far scattare l'ultima molla che indurrà Rosario a compiere la sua missione uccidendo. Dopo, indifferente, andrà a giocare a pallone con altri bambini... È l'opera seconda dei fratelli Frazzi, dopo il successo del «Cielo cade». Ancora bambini immersi nell'orrore. Con una scrittura che sa snodare in modo quasi fulmineo i due piani narrativi e con una regia che i personaggi, i fatti e il loro precedere convulso li rappresenta con durissimo realismo, negandosi il coinvolgimento perché le lacerazioni, nella cronaca, raggiungano lo strazio. Tra ritmi convulsi e immagini spietate. Segnalo in mezzo il piccolo protagonista, Gianluca Di Gennaro. Vive, non recita. G. L. R.

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