La giuria di Tarantino guarda già all'Oriente
Al momento, per la cronaca, fanno più effetto del film di apertura di Pedro Almodovar sulla "mala educacion" dei collegi cattolici della Spagna franchista. Infatti, il meteo promette acqua e fulmini sui vestiti da sera del galà di apertura officiato dalla madrina Laura Morante e gli intermittance, i precari dello spettacolo avrebbero raggiunto un accordo dopo una trattativa-fiume con il presidente Gilles Jacob che cerca di scongiurare azioni eclatanti tipo '68 mentre ristoratori e commercianti danno man forte manifestando fuori al Palais du Festival affinchè il tutto non rovini gli affari dei dieci giorni più remunerativi dell'anno. L'atteso nuovo Almodovar intanto apre il festival con il suo film sul tabù, caduto per scandalo solo in America, dei preti pedofili e molestatori che in Europa, specie in Spagna e Italia, invece resiste. La sua «Mala educacion», di ispirazione autobiografica, racconta di come si può diventare dopo esser stati a scuola dai preti, alla peggio transex, alla meglio gay. Il Festival promette molto altro. Talenti affermati come i geniali fratelli Coen del remake della Signora Omicidi, «The ladykillers» o il già due volte Palma d'Oro Emir Kusturica, il cui film «La vita è un miracolo» sembra aver rubato il titolo a De Sica o a Frank Capra e soprattutto nuovi registi come il nostro Paolo Sorrentino, 34 anni, alla sua opera seconda con «Le conseguenze dell'amore», il 28enne tedesco Hans Weingartner che riporta la Germania in competizione dopo anni, l'asiatico Apichatpong Weerasethakul di «Tropical Malady» (coproduzione italiana) al suo primo concorso e il debuttante Niels Mueller di «The assassination Of Richard Nixon» (Un certain regard). Ci saranno star come Brad Pitt, muscolo Achille dell'iper pubblicizzato «Troy» di Wolfang Petersen (fuori concorso), Tom Hanks per la prima volta cattivissimo nelle mani dei dissacranti Coen e la trasformista Charlize Theron che dopo Monster è diventata Britt Ekland moglie di Peter Sellers nel film sulla vita e la morte dell'attore inglese della Pantera Rosa che Stephen Hopkins gli ha dedicato e astri nascenti come il messicano Gael Garcia Benal, travestito per Almodovar e Ernesto Guevara per il Premio Oscar Walter Salles nei «Diari della motocicletta» o il Signore degli anelli Orlando Bloom, Paride di «Troy». Il Festival propone percorsi vari: dalla riscoperta dei generi (come il peplum di «Troy» o il nuovo Zhang Yimou di «House of flyng daggers», storia d'amore e di arti marziali) alla storia (come «Fahrenheit 911» sui presunti intrecci tra Bush e Bin Laden o il giovane Guevara protorivoluzionario del film di Salles); dalla ricerca di identità (il commercialista fiancheggiatore di Cosa Nostra di Sorrentino o l'adolescente di «Così fan tutti» di Agnes Jaoui) alle commedie (a cartoni animati con «Shrek 2» o in «The ladykillers» dei Coen) e come sempre molto amore. La giuria, guidata da Quentin Tarantino (nella foto), promette già di guardare ad Oriente.