Dagli States smascheramenti incrociati
I LIBRI
Intendeva dire che la politica è menzogna e che i politici si guadagnano da vivere come i pusher da discoteca: spacciando l'extasy della propaganda. È la stessa morale che il comico americano Al Frankel illustra nel suo «Balle!» (Mondadori, 418 pagine, 16 euro). Frankel è un liberal, quindi smaschera le balle dei repubblicani. Uno dei suoi bersagli preferiti, la giornalista Ann Coulter, gli risponde per le rime, elencando le fandonie piramidali dei liberal, in «Tradimento» (Rizzoli, 360 pagine, 17,50 euro). Entrambi, come si dice, "non hanno torto": i repubblicani mentono, i liberal pure. Ne consegue che in politica non basta inventariare gli altrui torti per avere ragione. A differenza di Eddie Murphy, che in una scena famosa di Beverly Hills Cop chiede ai colleghi se sono «poliziotti o bevitori di balle», noi non ci chiediamo mai se siamo cittadini con la testa sul collo oppure fresconi. Ma non è colpa nostra. Siamo vittime della società e delle cattive compagnie, come i criminali da operetta sociologica. All'origine - prima di ridursi ad applaudire fanfaroni e ciarlatani sfilando dietro questa o quella bandiera - il cittadino è fondamentalmente incredulo e smagato. È adulto e insieme innocente come il buon selvaggio di Rousseau. Poi le seducenti menzogne della politica lo guastano. Grancasse, trombe e tromboni, propaganda. Balle evidenti e persino dichiarate. Però hanno un che d'irresistibile. Come le alghe salvapancia di Vanna Marchi e l'inno della squadra del cuore. Die. Gab.