di ANGELA DI PIETRO BELLE e infelici, hanno retto con la grazia incerta di giovani equilibriste ...
La giapponese Masako, 44 anni, ex working girl e moglie di Naruhito, principe ereditario al trono del Crisantemo, da cinque mesi diserta le apparizioni pubbliche in Giappone. Ostacolata dall'entourage di corte, l'ex diplomatica è stata travolta dalla depressione. Proprio ieri il marito - alla vigilia del previsto viaggio in Europa durante il quale assisterà ai matrimoni di Felipe di Spagna e di Frederik di Danimarca - con una dichiarazione che non conosce precedenti nella storia del Sol Levante ha pubblicamente accusato cortigiani e media di aver distrutto psicologicamente Masako. «Persone e circoli hanno fatto di tutto per stroncare la carriera professionale di mia moglie. Parto ma è come se qualcuno mi tirasse da dietro i capelli» ha detto esplicito riferendosi alla consorte che lascia sola con la loro bimba Aiko nel palazzo di Tokyo. Nessuno prima di lui aveva osato tanto. Dovette combattere da sola contro l'infelicità di un matrimonio rivelatosi tenace solo nella durata Elisabetta di Wittelsbach andata sposa a 16 anni a Francesco Giuseppe d'Austria. «Sissi», tutt'altra cosa rispetto al ritratto agiografico che ne fece Romy Schneider, era una bulimica con frequenti crisi depressive. Morì nel 1898, uccisa a Ginevra da un anarchico italiano, dopo avere perduto il figlio Rodolfo, suicida a Mayerling e dopo avere combattuto invano contro la bellezza che sfioriva e che l'aveva costretta a coprirsi con un ventaglio per impedire a chiunque di fotografare il suo viso spento. Le principesse dei giorni nostri non hanno avuto sorte più felice. È morta come una falena in cerca di luce estiva Diana, una ragazzina di buona famiglia che cullava i sogni di una qualsiasi housewife. La sorte le ha riservato invece ciò che aveva temuto quando da bambina, nel salotto di Althorp House, leggeva i romanzi della nonnastra Barbara Cartland: un consorte - Carlo d'Inghilterra - distratto e fedifrago, amanti chiacchieroni, una fine tragica. «Tout passe, tout casse, tout lasse»: tutto finisce, dicono i francesi. È finita contro una grigia «verità presunta» la favola d'amore di Grace Kelly con il principe Ranieri III di Monaco. Una nuova biografia non autorizzata della musa di Hitchcock descrive sua altezza serenissima come una donna infelice e smaniosa di troncare le sue nozze ormai sbiadite. La principessa, morta il 14 settembre 1982 in un incidente stradale, avrebbe consumato i suoi ultimi anni di vita fra alcol, psicofarmaci ed una depressione subdola. Alla sua governante confessò: «La mia vita una favola? È stata tutt'altro». Ribelle e bizzosa, «una miniatura» come ebbe a dire l'irriverente Cecile Beaton, Margaret d'Inghilterra ha vissuto con il dolore mai sopito di aver dovuto rinunciare all'amore della sua vita, il colonnello Peter Townsend, di cui si era innamorata a 25 anni. Lui era divorziato: una colpa difficile da perdonare nel 1955. Ha conosciuto solo affanni anche Maria Beatrice di Savoia, detta Titti, una enfant terrible che a Margaret somiglia nei tratti all'apparenza incisi da un artigiano solerte: i grandi occhi chiari, le fattezze minute. Titti ha perduto in circostanze mai chiarite il figlio Raffaello e l'ex marito Luis Reyna. Infine Victoria, 26 anni, erede al trono svedese: nel 2000 ha combattuto contro l'anoressia che ha costretto i genitori a spedirla negli Stati Uniti, lontana dagli sguardi curiosi dell'opinione pubblica. Lei si che è tornata a sorridere.