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di FRANCESCA MANDESE BARI — Un ente lirico senza un teatro non serve a nulla.

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A gennaio ha scritto al ministro dei beni culturali, Giuliano Urbani, per chiedere che fossero rivisti i termini dell'accordo sottoscritto il 21 novembre 2002. Non ha ricevuto risposta e non prenderà altre iniziative. A tredici anni dal rogo, nel capoluogo pugliese si discute ancora sulle incertezze che riguardano il futuro di un patrimonio architettonico, storico e culturale unico e insostituibile. La diatriba tra i due rami della famiglia Messeni Nemagna è nota, ma Costantino non vuole che la questione si riduca ad una mera bega familiare. «Lei riesce ad immaginare un appalto per costruire un solo pilone del ponte sullo stretto di Messina?», chiede con un filo di ironia il legale barese. «È esattamente quello che hanno fatto con l'accordo del 2002: appaltare i lavori per la ricostruzione del solo foyer. Tra due anni andremo tutti ad ammirarlo, ma qualcuno dovrà dirci dove si terranno gli spettacoli». I quindici milioni di euro stanziati, in quote uguali, da Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari non basteranno per ricostruire il Petruzzelli e non basteranno neanche i quattro anni previsti nell'accordo del 2002. Costantino lo aveva fatto presente al momento della sottoscrizione dell'accordo e ha continuato a ripeterlo in questi mesi, ma senza ottenere risposta. Di diverso avviso sono le sorelle e le nipoti di Vittoria Messeni Nemagna che tramite il loro legale, l'avvocato Ascanio Amenduni, hanno fatto sapere di essere contrarie ad uno «stravolgimento dell'accordo». Ma Costantino non demorde. «Gli altri eredi - prosegue il legale di Vittoria - hanno deciso, sei anni fa, di abbandonare la via ordinaria, che significa collaborazione tra pubblico e privato per tenere in vita il teatro, per accettare il contributo straordinario a fondo perduto che consente di ricostruire il solo foyer. Mi meraviglia che il collega Amenduni abbia accettato una soluzione contraria agli interessi dei suoi clienti». «È ancora in vigore - conclude l'avvocato barese - la clausola del 1896 secondo la quale, dopo 18 mesi di abbandono del teatro, il Comune acquisisce la proprietà dell'edificio a titolo gratuito. È forse a questo che si vuole arrivare?».

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