Silvstedt: «Io star metà svedese e metà italiana»
Qualche ruolo è arrivato anche per caso. All'inizio del mio percorso professionale. Ho girato "Boat trip" di Mort Nathan con Cuba Gooding Junior, Roger Moore e Horatio Sanz nella splendida cornice dei Caraibi. Interpreto la capitana della squadra nazionale svedese di nuoto che viene salvata da un naufragio a largo delle coste del Messico. E poi nel film tante, tante sorprese». Ha girato il classico calendario: un trampolino o un punto di arrivo? «Un calendario vende decine, decine di migliaia di copie. Non è un punto di arrivo ma un passo a volte obbligato. È sicuramente un'esperienza interessante fare delle foto o nel deserto del Sinai o nell'Isola di Cavallo in Corsica. Non mi pento e non rinnego nulla». Svedese al cento per cento? «Sì, sono nata in Svezia a Shellftee, una cittadina vicina al Circolo Polare Artico. Una famiglia modesta papà commercialista, mamma casalinga, una sorella lavora in banca a Stoccolma ed un fratellino di 15 anni. Una famiglia che mi ha regalato e mi regala tanta serenità». Ha scelto lo sport fin da giovanissima, perché? «Ho praticato diversi sport, il golf e lo sci in particolare. Lo sci mi ha visto anche campionessa più volte. È uno sport che mi impegnava tutto l'inverno e mi ha aiutato sicuramente a crescere con valori sani». E poi? «A diciotto anni ho superato le selezioni di Miss Svezia e ho rappresentato il mio paese in "Miss World Pageant"». Ha viaggiato tantissimo perché inquieta ed irrequieta? «Completati gli studi ho lasciato il mio paese d'origine per portare a termine i miei grandi progetti. Prima a Parigi nel mondo della moda e poi l'occasione più ghiotta, realizzare servizi fotografici per "Playboy". È arrivato il successo con la nomina a playmet nel 1997». Che cosa le manca oggi? «Sono una donna che sa godersi la propria bellezza ed il proprio successo professionale. Forse a volte penso ad una famiglia più unita che ancora non ho avuto il merito di formare. Sì, tanti figli e star sempre più vicino a mio marito. Il lavoro mi chiama spesso ed io rispondo con molto piacere». Le piace l'Italia? «È un grande paese che ti permette di vivere alla grande ma non riesco a lasciare definitivamente la Svezia. Il mio prato, i miei due bellissimi cavalli, la mia infanzia, i miei ricordi sono in quella terra. Ma amo tantissimo l'Italia, gli italiani, ed è un amore ricambiato. Spero duri a lungo».