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L'impero colpisce ancora: ma adesso è quello romano.

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Una sorta di odio-amore verso un popolo che fece quello che, pure con motivazioni assolutamente diverse, sentono di dover fare gli americani. Il film di Gibson, con l'esaltazione delle rivolta di Boudica contro gli «imperialisti» conquistatori, un po' come ne «Il patriota», sembra voler ricalcare queste orme. Già Asterix, il famoso fumetto di Goscinny e Uderzo, aveva battuto questa strada, ridicolizzando la conquista delle Gallie da parte di Cesare con l'esaltazione della «resistenza» di quel villaggio di celti che metteva in scacco le legioni, anche se solo in virtù della posizione magica del druido Panoramix. Giulio Cesare che, durante l'indimenticabile Sessantotto veniva presentato come un «fascista», è servito. Un paio di millenni dopo i discendenti dei celti e dei britanni si vogliono prendere la rivincita grazie ai mass media, ma dimenticano quel che Roma, al di là dei fatti sanguinosi, ha lasciato: non solo città, strade, ponti, acquedotti, ma anche un ordinamento civile e giuridico comune a tutta la vecchia Europa, di cui ci è rimasto il retaggio e di cui molti vanno ancora fieri. E dimenticando che i britanni, ormai romanizzati dopo molti secoli, si opposero fieramente alle invasioni dei barbari sassoni proprio in nome di una civiltà che non volevano abbandonare. G. d. T.

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