Schianto di Superga, è ancora fiction-commozione
Beppe Fiorello nei panni di Valentino Mazzola. Nel cast Michele Placido, Girone e D'Aquino
Dopo l'interpretazione di Salvo D'Acquisto, nell'omonima miniserie andata in onda lo scorso autunno su Raiuno, l'attore darà il volto al capitano Valentino Mazzola nelle due puntate «Il grande Torino» destinate, per la prossima stagione, alla prima rete. Si tratta di un progetto di prestigio, dicono a Raifiction, che racconterà la drammatica storia della squadra di calcio del Toro, tra le migliori del dopoguerra in campo europeo, schiantatasi con l'aereo sul quale viaggiava, sulle colline di Superga, alle porte di Torino, il 4 maggio del 1949. Nell'impatto perirono all'istante i trentuno passeggeri del trimotore delle Aviolinee italiane che trasportava oltre ai giocatori, cinque direttori tecnici, tre giornalisti e sei membri dell'equipaggio. Il racconto televisivo, con la regia di Claudio Bonivento, punterà alla suggestione e si dipanerà attraverso i ricordi personali di un calciatore di riserva che, all'ultimo momento per problemi familiari, dovette rinunciare alla trasferta di Lisbona con il resto della squadra, dove si giocò un incontro amichevole con una squadra portoghese. Il superstite, voce narrante della fiction, è interpretato da Ciro Esposito negli anni giovanili e da Michele Placido nel periodo della maturità. Le prime immagini del film tv mostreranno Placido sulla collina di Superga dinanzi alla lapide che ricorda l'incidente aereo e sulla quale, ancora oggi, ogni giorno, c'è sempre qualcuno in preghiera. Nel cast ci sono anche Remo Girone nel ruolo del Presidente del Torino, Tosca D'Aquino, Gaetano Amato. Particolarmente impegnativo il ruolo del capitano della squadra del Toro, Valentino Mazzola: Beppe Fiorello, che già sta allenandosi per interpretare il grande giocatore, dovrà conferirgli la credibilità del fuoriclasse che, quando la sua squadra era in difficoltà, si rimboccava le maniche e portava, puntualmente, i compagni alla vittoria. La caratteristica fondamentale della fiction, le cui riprese sono ambientate tra Torino e Roma, è l'assenza di calciatori di professione e la ricostruzione, accurata e pignola, di tutte le partite di calcio che appariranno in video, con gli attori nel ruolo dei giocatori. Rilevanza particolare sarà data all'ultimo incontro, quell'amichevole, giocata sul campo di Lisbona e restata, come testamento del Toro del dopoguerra, nella storia del calcio. La fiction, oltre a rendere omaggio alla squadra del Torino, una delle più amate e rispettate di tutti i tempi, vuole riproporre ai tifosi di oggi quegli ideali calcistici schietti e genuini che si rischia di perdere di vista. Ma ci sarà anche spazio per la vita privata dei campioni, per le loro confidenze personali. Il pubblico di Raiuno vedrà arrivare a Torino, a tragedia avvenuta, quelle semplici cartoline inviate da Lisbona con su scritte frasi di amicizia e tenerezza, le ultime di quei grandi campioni. Le due puntate cercheranno di analizzare anche sulle cause del disastro: quel quattro maggio del 1949 pioveva a Torino e la scarsa visibilità, dovuta alla fitta nebbia, ha ingannato il pilota mandandolo ad urtare contro i muraglioni di sostegno del giardino situato dietro la Basilica di Superga. Le telecamere della fiction entreranno anche nel Museo del Grande Torino che custodisce, tra l'altro, la maglia di Valentino Mazzola, donata dal figlio Sandro Mazzola che la ebbe negli anni '60 da Enzo Bearzot.