Le lady del fascismo hanno diritto di essere ricordate
Alcune tra le firme più prestigiose del giornalismo e della storiografia si sono prestate a raccogliere in un itinerario stimolante duecento biografie di donne che hanno rappresentato il nostro paese. Ebbene il secondo volume della raccolta, incentrato sul lungo periodo che va dal 1915 al 1950 - segnato da due conflitti mondiali, dalla dominazione fascita e dal passaggio dalla Monarchia alla Repubblica - ha scatenato un vespaio di polemiche tale da rasentare una forte intolleranza nei confronti di un discusso periodo della storia nazionale. Oggetto della querelle sono i ritratti delle quattro fra le più significative donne della vita di Mussolini: la moglie Rachele Guidi, la figlia Edda Ciano, l'amante Claretta Petacci e la biografa Margherita Sarfatti: saggi molto belli rispettivamente curati da Pietrangelo Buttafuoco, Ernesto Galli della Loggia, Mauro Mazza e Alessandro Campi. Ecco il dilemma: è stato giusto o no inserire nel novero di «Italiane» anche le vite delle cosiddette «donne del fascismo»? Per chi ama la storia, e condivide il valore oggettivo del suo insegnamento, la risposta non può essere che una soltanto: è stata una «cosa buona!». Vogliamo condannare queste protagoniste del Ventennio? Condanniamole pure, poniamole persino alla gogna, ma non potremmo certamente trascurare il ruolo che esse hanno rivestito sia nella sfera pubblica sia in quella privata in uno dei momenti più aspri della storia italiana, una storia, quella, che pur appartiene all'intero popolo e non soltanto a fantomatici laudatores temporis acti. Insomma, basta sfogliare le sacre pagine della Bibbia, il liber librorum, per trovare accanto ai nomi di pie donne quello di un'efferata regina Gezabele, oppure quello non meno impudico di una Maria Maddalena, la quale pur meritò il perdono di Gesù Cristo. E poi? I manuali di storia non hanno certo espunto madame dall'indubbia fama come la sovrana Maria la Sanguinaria, o una licenziose avvelenatrice quale fu la marchesa Françoise de Montespan, per fermarsi soltanto ai tempi del Re Sole. La vita, anche quella delle donne o delle sante più illustri, è costellata di luci e di ombre. Quindi è stata una scelta opportuna quella di presentare a oltre un milione di lettori - in tanti hanno ritirato il secondo libro di «Italiane» -la dignitosa Rachele, la sfortunata Edda, la torturata Claretta e la brillante Margherita.