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Il suo ricettario è un best seller dal '25. Ora è nell'elenco delle donne illustri del Paese

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Ada Boni Il talismano che ha fatto la storia

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Da questa frase, presa in prestito dalla Fisiologia del gusto del magistrato e letterato francese Anthelme Brillat-Sararin, nacque lo spunto per dare il nome alla rivista: Preziosa. Quella che Ada Boni, su suggerimento del marito Enrico, cominciò a scrivere nel 1915 e con la quale conquisto l'affetto delle signore italiane grazie ai suoi consigli di bon ton, di economia domestica e alle ricette di cucina. Preziosa visse fino al 1959. Intanto, tutti quei consigli erano stati raccolti in un libro, il più letto e venduto in maniera costante dal 1925 a oggi: in media diecimila copie all'anno è la tiratura del Talismano della felicità, pubblicato dalla casa editrice Colombo. Millecento ricette, 990 pagine illustrate. Non a caso un capitolo di Italiane, il libro ideato dal ministero per le Pari opportunità per rendere omaggio alle donne che hanno fatto la storia e la letteratura del nostro paese, è stato dedicato all'autrice del ricettario più comune negli scaffali delle nostre case, Ada Boni. A darne testimonianza è stato l'erede, il pronipote Marcello Tambone, che al Velino ha raccontato la genesi del libro: «Erano state le stesse lettrici a insistere per una pubblicazione che raccogliesse tutti i suggerimenti». Dice Tambone: «Fin da bambina mia zia Ada, seguendo una tradizione iniziata dallo zio paterno Adolfo Giaquinto (autore di numerosi ricettari e fondatore del Messaggero della cucina), aveva nutrito una vera passione per la cucina, al punto che, a soli dieci anni, aveva inventato e realizzato una squisita ricetta per il padre Alfredo. In seguito, da sposata, proseguì a ideare e a preparare gustosi manicaretti, che destarono l'ammirazione generale degli invitati alle frequenti feste organizzate dal marito Enrico». Lui era un artista: amava la poesia, la scultura, la pittura, la fotografia, la musica e naturalmente la cucina. «Su suggerimento di zio Enrico - aggiunge il nipote - che nei momenti lasciatigli liberi dalla sua attività di critico musicale, era ben lieto di indossare il grembiule e aiutarla in cucina, pensò di divulgare le esperienze culinarie, iniziando nel lontano 1915 la pubblicazione di Preziosa, rivista per signore con consigli di bon ton, di economia domestica, direzione della casa, poesie e naturalmente ricette di cucina. Sempre più affascinata dalla sua attività, aprì una scuola di cucina, che venne frequentata dalla migliore aristocrazia romana. Successivamente, date le numerose richieste delle sue lettrici, decise di riunire il lavoro svolto fino ad allora in un libro». Da allora in poi Ada Boni divenne una delle italiane più conosciute del momento: «Iniziarono a invitarla a tutte le tavole rotonde di gastronomia e in tutti i concorsi, dove ricevette numerosi riconoscimenti e premi alla carriera». La Rai la chiamò per tenere un ciclo di trasmissionin radiofoniche settimanali, mentre la Mondadori le offrì una collaborazione con la rivista femminile Arianna. «Il suo libro intanto venne tradotto in inglese e in spagnolo per essere venduto negli Stati Uniti, in Inghilterra e in America Latina». Di Ada Boni parlerà il terzo volume di Italiane, in edicola il 27 di aprile, in anticipo rispetto alla data prevista (8 maggio). In passato se ne è occupata anche la Storia d'Italia - editore Giulio Einaudi - nel tredicesimo volume, dedicato all'Alimentazione. Indispensabile la testimonianza del nipote, dal momento che la Boni non ha avuto figli («suo unico grande dolore»). «Mi sia concesso ricordare con profonda amarezza - conclude il nipote Marcello - la frase che accompagnò l'arrivederci (che si rivelò un addio) che mi diede piangendo zia Ada il 25 aprile del 1973, giorno in cui partivo per il servizio militare: "Io non ti vedrò mai più". Incredibilmente dopo soli otto giorni zia Ada moriva, senza avermi mai più rivisto». Nella polemica che ha accompagnato l'iniziativa editoriale per il ritardo dell'uscita del secondo volume (prevista per l'8 aprile e ri

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