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di ANTONIO ANGELI COME tutti i grandi registi Oliver Stone è un po' artista, un po' artigiano, ...

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E l'incantesimo è riuscito. «Persona non grata» (un dvd, 20th Century Fox, 19,90 euro) è un documentario sulla situazione tra israeliani e palestinesi. Nel marzo del 2002, pochi mesi dopo l'attacco alle Torri gemelle, Gerusalemme è una città in guerra. Sul campo di battaglia due popoli vivono, lavorano, studiano. Tra posti di blocco e terroristi suicidi arriva Oliver Stone con una piccola troupe e molta umiltà: «Cercheremo di capire quello che sta succedendo», afferma. In cinque giorni gira tutto quello che può, intervistando protagonisti della scena politica, terroristi, semplici cittadini. Presenterà poi il documentario al festival di Venezia del 2003. «Persona non grata» ha «sorvolato» le sale cinematografiche e ora arriva in dvd in un'edizione in vendita nelle librerie. Si tratta di un documento sconcertante: Stone lo ha montato alla «sua» maniera: con le scene che si susseguono con ritmo ossessivo. L'immediata impressione è di confusione, con le immagini degli attentati che si sovrappongono alle veloci interviste ai leader israeliani Peres, Netanyahu, Barak. La cinepresa si sposta dai carri armati in strada allo studioso Meil Pail che spiega la sua visione del conflitto. Il ritmo rallenta durante l'intervista ad un esponete della Brigata dei martiri di Al Aqsa che, armato e incappucciato, parla dei guerrieri suicidi. L'uomo spiega che tutte le armi che hanno i palestinesi arrivano da Israele. La sua mitragliatrice è stata venduta da una guardia del corpo del primo ministro israelieno Sharon. «Lo ha fatto per soldi - afferma - Il mio M16 è costato cinquemila dollari, ma ora quell'uomo è sotto inchiesta». Dalla tempesta di immagini e dichiarazioni lentamente prende forma la lezione di Stone, come per magia. La «persona non grata», formula usata alla frontiera per respingere gli indesiderati, è Arafat. Un rivoluzionario al quale non vanno i panni del leader. Stone mostra di capire la causa dei palestinesi, ma non i loro metodi. Israele poi non è un gigante, come vorrebbero far credere i media occidentali, ma una piccola isola in un mare di Paesi arabi. Una grande lezione di cinema e di storia che si fa perdonare l'insolita durata, un'ora, e l'assenza di inserti speciali che abitualmente sono a corredo dei dvd.

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