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Cristiana Capotondi, l'Orgoglio di essere attrice

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Il mio ruolo mi sta benissimo. Figlia di una protagonista che accende gli animi dei telespettatori ogni settimana. Un successo di critica e di pubblico. Una lezione di recitazione e di vita». I suoi genitori hanno ostacolato la sua scelta professionale? «No, mai. I miei sono stati sempre tranquilli per quello che giovanissima ho deciso di fare. Anche nella mia irrequietezza di bambina sono sempre stata disciplinata ed ho esercitato la mia libertà entro confini ben stabili. Non ho mai abbandonato la scuola e conto di laurearmi presto». Ha un amore? «No. Per ora non sono fidanzata ma non sogno solo un amore travolgente come quello di Romeo e Giulietta. Penso che serva anche un grande affetto per costruire un rapporto. L'amore a volte è costruzione». E il cinema? «Il cinema è il mio amore di sempre. Per me fare cinema è un sogno ad occhi aperti». Una bambina incontenibile, una giovane donna con tanti interessi? «Sì. Mia nonna mi chiamava Attila. Ero ipercinetica. Pazza per la cioccolata e con tanta voglia di recitare sin da piccola. Una giovane donna che in parte ha completato un percorso di desiderio. La mia passione per la recitazione è comunque nata prestissimo. Ho un carattere forte e indipendente nelle decisioni». Perché fa l'attrice? «L'incontro con il cinema è stato casuale. Un'amica di mia nonna aiuto-regista mi spiegò come contattare un'agenzia per fare i primi provini. Comunque sin da piccola sognavo di fare l'attrice. La passione per la recitazione è nata prestissimo». Ha un genere prediletto? «Non ho preferenza per un genere particolare, escludo gli horror che mi terrorizzano. Amo i film molto curati, ricchi di immagini. Non scelgo i film scontati dove l'attenzione per il mezzo tecnico prevale sull'espressione artistica». Un suo valore? «Sono cresciuta con il senso alla dedizione al lavoro ed il rispetto per gli altri». C'è differenza tra la recitazione in una fiction e al cinema? «Trovo che le differenze nella recitazione tra televisione e cinema si stiano sempre più assottigliando. In televisione le tecniche sono sempre più raffinate, nel cinema i tempi di lavorazione sono sempre più serrati».

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