Da giovani il caos e l'indifferenza
Tale potenziale di ricerca e di sondaggio gli proviene sicuramente dalla remota terra di provenienza dove il moderno e il postmoderno vengono accolti con riserva e cautela, e anche con quel pizzico di sospetto che, in comunità rispettose custodi della tradizione autoctona, serve a gestire il vivere quotidiano con parsimonia certosina. Fin quando l'immissione in una società evoluta e avanzata come quella anglosassone, partitamente di Oxford, non costringe a richiami negativi che sostituiscono la ragione primaria, lo studio e la ricerca, con tutto il resto che appartiene alla vacuità della vita, le passioni, i litigi, gli spinelli e le lunghe notti trascorse a scambiarsi esperienze e spericolate avventure. La tendenza del ventiseienne scrittore sudafricano a scavare al fondo del barile della gioventù bruciata (ma non come quella di stagioni ormai lontane...), si sviluppa in questo secondo romanzo attraverso la vicenda di quattro ragazzi, Julian, Jake, Adrienne e Maggie. I primi due sono fratelli, provengono da un ceppo upper-class inglese, Adrienne è ricca e bella, americana, e il quarto giovane personaggio ha poco da spartire socialmente con il resto del nucleo: Jake non può vantare fortune di questo tipo, è figlio di una estetista e soltanto una scommessa andata bene gli ha consentito di frequentare le scuole migliori: dove tuttavia non ha potuto mai evitare le umiliazioni per tanti anni, con contraccolpi e ferite durati troppo a lungo. Attorno ad un procedere di tal fatta, il giovane Mason utilizza la tecnica d'accumulo dei materiali narrativi lungo il filo di un «indice» che coinvolge l'io, un ieri non meglio identificabile, noi, e un oggi che invece possiede, e utilizza, tutti i canoni di sviluppo di una trama fortemente ordita, e intessuta di crudeltà, di pulsioni difensive, di sodalizi, di incontri e di fughe: tutto distribuito in egual misura, sì da non disturbare nessuno, meno che mai l'azione stessa del raccontare. Tuttavia, lo scenario è preciso e determinato, non offre il fianco a dubbi o perplessità, i caratteri sono così precisamente delineati da sembrare quasi scanditi con i canoni del vecchio naturalismo. Ma non è proprio così, anche se talvolta la tentazione di evocare le ombre di Balzac o di Maupassant ci sono e sono accattivanti: una ciambella di salvataggio arriva dal contesto moderno se non postmoderno del giovane autore, che stravolge l'antica proposta della causa e dell'effetto attraverso una visione della vita che distingue il genere umano nell'equazione vittima/tiranno, con lo spettatore lì ad assistere, senza molta partecipazione, anzi con un tanto di divertita passione, sulla cui legittimità ci sarebbe da ridire. Insomma, è il secondo tiranno del malefico trio in cui la vittima non ha molto scampo, né vie ragionevoli di fuga. Pensieri di questo tipo si muovono nel cervello di Julian, che arriva a riflettere attorno al ruolo che Maggie può avere in questa singolare triade: lei è una persona che sa farsi temere e rispettare, è in grado di proteggere i deboli per naturale vocazione e per congeniale allergia verso ogni compromesso. Gli altri due, Julian e Adrienne, faranno non poca fatica per rimanere imparziali e neutri, la temperatura stessa della vicenda, alta e bruciante, non lo consente, rende difficile ogni tipo di convivenza. Interamente fondato sull'avventurismo dell'adolescenza questo nuovo romanzo di Mason per molti aspetti prosegue il discorso problematico iniziato con Anime alla deriva, ma non un più sotteso ingorgo fra amore e crudeltà, due componenti che si intrecciano di continuo, condizionando uomini e cose, nonché gli eventi che segnano il cammino di un uomo. Al centro del nodo, dura da sciogliersi e vittima di una sottesa inestricabilità, l'irresponsabilità dell'adolescenza che tutto segna sul registro dell'assoluto e nulla attribuisce all'improbabile: basta un bacio