Caccia al tesoro tra i sepolcri
Un sistema che «fa parlare i morti», studiando le malattie di un passato recente o remoto attraverso l'analisi di resti umani. Nella paleopatologia si incontrano molte discipline: principalmente l'archeologia e la medicina. È proprio di questi giorni la notizia di una grande ricerca paleopatologica: la riesumazione e l'analisi approfondita di 49 salme appartenenti alla fiorentina famiglia Medici. Lo studio, condotto dalle Università di Pisa e Firenze e finanziato da un gruppo di sponsor italiani e stranieri, sarà su un periodo dal 1400 al 1737 con analisi sul contenuto delle molte tombe custodite nelle Cappelle Medicee a Firenze. Il «Progetto Medici» è diretto dal professor Gino Fornaciari, dell'ateneo di Pisa. Le ricognizioni, che originariamente dovevano iniziare il prossimo venerdì ma sono poi slittate al mese di maggio, utilizzeranno le più moderne tecniche scientifiche con esami radioscopici e Tac. L'obiettivo è di effettuare una «ricostruzione biologica globale» per ottenere il maggior numero di elementi e informazioni sulle malattie, sull'ambiente e sullo stile di vita della famiglia. Più generalmente si cercherà di avere un quadro ampio e compiuto della realtà quotidiana del Rinascimento. Ma i ricercatori sperano di trovare anche reperti interessanti. Forse anche un inatteso tesoro. La ricerca non costa poco: dalle università Usa di Long Island e del Minnesota dovrebbero arrivare 400 mila euro. «Magari» rispondono da Firenze, precisando che dagli States per il momento è arrivato molto meno. Poi ci sono i finanziamenti del Ministero dei Beni Culturali, il contributo del Comune di Firenze e della Soprintendenza al Polo museale fiorentino. Insomma un impegno economico notevole che a detta di molti potrebbe essere usato per restaurare quello che in Italia, e non è poco, sta andando in pezzi. Anche perché le varie ricerche paleopatologiche, per esempio quella storica durata sei anni sui resti nel sarcofago palermitano di Federico II, non hanno portato a rivelazioni straordinarie. A favore di questa branca della scienza si possono però ricordare gli importanti studi di Carlo Maria Cipolla, scomparso nel 2000 e da molti considerato il massimo esperto di storia economica in Italia. Cipolla (ad esempio nel volume «Contro un nemico invisibile. Epidemie e strutture sanitarie nell'Italia del Rinascimento», edito dal Mulino) partendo dai dati sulla morte di vari personaggi ricostruì strutture sociali ed economiche con assoluto rigore. E la paleopatologia è difesa a spada tratta dalla professoressa di Storia della Medicina dell'Università di Firenze Donatella Lippi, coordinatrice del «Progetto Medici». «Nelle tombe si possono trovare cose molto importanti - spiega la professoressa - Con la paleopatologia ricostruiamo l'ambiente, la medicina, le usanze, la dieta di un periodo. La paleopatologia è oggi una fonte indispensabile per la storia che offre un contributo di dati reali e concreti». La professoressa Lippi aggiunge che nelle tombe delle Cappelle Medicee sarà possibile trovare anche oggetti, come abiti, gioielli, armi, tumulati con le persone. Tutto materiale che può essere studiato e restaurato. A favore della paleopatologia, ma con alcune precisazioni, anche il professor Vincenzo Cappelletti, storico della Scienza dell'Università Roma Tre. «È una disciplina di riconosciuta importanza, che può fornire dati di notevole interesse e prospettiva sui rapporti organismo e ambiente. Certo - aggiunge - in questo settore alle volte si fanno piani di studio fantastici. Bisogna ricordare che le finalità fondamentali sono la ricerca scientifica e la difesa del patrimonio artistico». Sulla ricerca di reperti Cappelletti appare decisamente perplesso. «Ci sono tanti oggetti in giro per l'Italia - conclude - questa mi sembra più curiosità che altro».