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David di Donatello - Superpippo presenterà la serata di mercoledì 14 aprile su Raiuno

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Baudo: «Ve lo do io il cinema in Tv»

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L'appuntamento è per mercoledì 14 aprile, alle 20.50, sulla prima rete, in diretta dal Palazzo dei Congressi dell'Eur che ospiterà, per l'occasione, mille spettatori. La spettacolare scenografia è di Mario Catalano. Durante la lunga kermesse televisiva Pippo Baudo avrà al suo fianco Serena Autieri che già lo affiancò nella passata edizione del festival di Sanremo di cui era direttore artistico. Un Pippo Baudo, particolarmente in forma, che mancava dal video dal 3 gennaio, quando condusse la festa per i 50 anni della Rai, assicura che non sarà soltanto una serata all'insegna della ritualità dei riconoscimenti, con passerella dei premiati, ma ci saranno importanti momenti spettacolari, assolutamente innovativi finalizzati a catturare l'attenzione del pubblico televisivo. Allora, Baudo, in che cosa si differenzierà la sua gestione dell'attuale edizione dei David di Donatello? «Soprattutto nell'approccio con il grande cinema di casa nostra. Negli ultimi tempi ci sono state tante premiazioni in Tv: si sente il bisogno di ricorrere ad una formula svelta, accattivante, in grado di non annoiare il pubblico e valorizzare al massimo, attraverso il piccolo schermo, il buon momento che sta attraversando il cinema made in Italy, al quale si devono pellicole di non semplice realizzazione per gli argomenti duri e difficili affrontati». Qual è il suo rapporto con il grande schermo? «Duplice. Da una parte sono un grande estimatore dell'attuale cinema italiano. Constato che anche nel nostro paese si sta finalmente attuando una valorizzazione delle risorse cinematografiche interne, grazie ad attori, registi, sceneggiatori, maestranze varie, proprio come accade da sempre in Francia. Personalmente, però, mi considero proprio negato per il set. Odio la cinepresa». Eppure lei, negli anni sessanta è stato interprete di una serie di pellicole leggere, chiamate "musicarelli", perché legate a canzoni famose. Un'esperienza da dimenticare? «Assolutamente sì. Al punto che non riesco proprio a rivedermi in quelle piccole parti. Eppure ho recitato accanto a mostri sacri come Peppino De Filippo e Nino Taranto con il quale ho girato, nel 1969, "Il suo nome è donna Rosa". Fortunatamente sono stati solo un paio di film, per giunta oggi rivalutati. Ho scoperto subito di essere negato per il cinema che è sparito dai miei sogni. Non riuscivo a ripetere una scena più volte». Però adesso ha un altro sogno: dirigere un Tg. L'averlo confessato ha provocato una serie di riflessioni. Mauro Mazza, direttore del Tg2, ci ha simpaticamente detto che il proprio desiderio di diventare un grande conduttore dovrebbe passare attraverso una gavetta che non può permettersi. Che ne pensa? «Mi piacerebbe togliere la "liturgia" ai Tg ed avvicinarli alla gente. Magari sedendo, in compagnia di persone comuni, ad un tavolo per discutere, sera dopo sera, le notizie del giorno, cercando di approfondire insieme quelle di interesse comune. Coniugando informazione ed approfondimento. Chissà che un giorno il sogno chimerico non possa trasformarsi in un nuovo appuntamento televisivo, un altro sogno, che metta insieme, alla mia maniera, intrattenimento ed informazione». Dica la verità: lascerebbe lo spettacolo per il Tg? «Credo di avere ancora molto da dire nel settore dello spettacolo, in un periodo nel quale la Tv sta assumendo sempre maggiore importanza. Vivo però un momento in cui mi piace dare libero sfogo a qualche sogno che custodisco nel cassetto».

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