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di ONORATO BUCCI ACCADDE quarant'anni fa, e Sabatino Moscati invitava uno dei suoi più brillanti ...

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C.,ma il cui sito restava sconosciuto. Quel giovane accettò di buon grado e promise che avrebbe verificato punto per punto le intuizioni del Maestro e da quel momento, e non solo Ebla, ma tutti gli studi del Vicino Oriente (e non solo antico ma fino all'oggi) mutarono d'un sol colpo. E mutò anche il destino di quel giovane. Paolo Matthiae, oggi forse il più famoso e temuto (di timor reverentialis, cioè dovuto alla sua scienza ed alla sua sapienza) archeologo vivente, preside della Facoltà di Lettere (ora di Scienze Umanistiche) alla Sapienza di Roma, Accademico dei Lincei. Sul sito di Tell Mardik, così come Moscati gli aveva indicato, Matthiae puntò gli scavi: i 56 ettari, diventati poi 70, di superficie scavati non stancano a tutt'oggi di offrire incredibili risultati. Bastarono quattro anni, e la conferma delle intuizioni di Moscati fu evidente con un'importante scoperta epigrafica, e venivano ritrovati uno dopo l'altro resti eccezionali dell'antica città del periodo protosiriano II A (2400-2250 a.C.) e poi ampie testimonianze di cultura paleosiriana (200-1700/1600 a.C.). E - meraviglia delle meraviglie - venivano alla luce gli archivi reali di Stato, un complesso di circa quindicimila tavolette (e frammenti di tavolette) cuneiformi scritte in sumerico e in una lingua fino ad allora semisconosciuta che verrà chiamata eblaitica, di origine semitica nord-occidentale. Quelle tavolette contenevano atti giuridici di diritto internazionale, testi economici, amministrativi, veri e propri vocabolari che permisero di confrontare il sumerico con altre lingue: le quattro redazioni dei vocabolari bilingui in sumerico ed in ebalita confermavano antiche intuizioni non solo di Moscati ma di Cardascia, di Szlechter e di Bottero, così come il trattato internazionale tra Ebla e Abarsol, l'inno al dio solare Shamash, i resoconti annuali relativi ai tessuti ed ai metalli, i rituali di nozze dei sovrani, i documenti di cancelleria, gli editti ed i decreti dei cinque Re davano la rappresentazione di un organismo giuridico imperiale che non aveva pari nella storia dell'antico Oriente. E tutto fu reso pubblico nei Rapporti su Riviste specializzate ma anche con pubblicazioni portate alla conoscenza del vasto pubblico così come l'antico insegnamento di Moscati suggeriva. Va dato atto a Matthiae di essersi tenuto sempre fedele agli insegnamenti dal grande archieologo e di aver anche saputo superare, con antica eleganza, le inevitabili lacerazioni cui le grandi Scuole danno vita riunendo tutta la scienza archeologica e filologica italiana intorno al suo lavoro e chiamando a raccolta tutta la scienza europea intorno a Ebla. Quella scienza archeologica europea, che oggi si riunisce intorno a Matthiae a Roma, gli dà atto anche di trovarsi di fronte a un sito archeologico unico. Perché Matthiae non si è limitato al sito primitivo, ma consegna alle future generazioni fatturati da esaminare e da analizzare lungo l'arco di circa 4000 anni, dal Mardik I (3500-2900 a.C.), l'età anteriore alla formazione dell'insediamento urbano arcaico di Ebla, alla prima documentazione del toponimo Mardik durante la spedizione della prima crociata nel 1098. E' il trionfo di un'intera Scuola, la Scuola di Sabatino Moscati che ora ritrova unità; è il trionfo soprattutto della scienza archeologica italiana.

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