FILM PARLATO, di M.

Malkovich,Portogallo-Italia-Francia. MANOEL de Oliveira, a 94 anni, continua, con vitalità e freschezza giovanili, a esercitare il suo magistero nell'ambito del cinema portoghese, imponendosi ogni giorno di più fra le voci più alte del cinema europeo, e della sua cultura. Lo dimostra con il film di oggi che definisce «parlato» perché, effettivamente, i grandi interpreti di varia nazionalità che, in molte scene, ha radunato attorno alla tavola da pranzo di un piroscafo in crociera sul Mediterraneo, all'azione sembrano preferire la conversazione. Con quali e quanti significati, però, e soprattutto con quali riferimenti meditati alla dinamica della lingua del cinema! Lo spunto è un'insegnante di storia che, dal Portogallo dove vive (è Leonor Silveira), si imbarca con la sua bambina su un piroscafo che costeggiando l'Italia, la Grecia, la Turchia, la sbarcherà a Bombay, dove, per una vacanza, l'attende il marito. A bordo, però, ci sono una viaggiatrice francese (Catherine Deneuve), una italiana (Stefania Sandrelli), una greca (Irene Papas), che, invitate spesso alla mensa del comandante (l'americano John Malkovich, alternano con lui le loro opinioni sulle comuni radici europee. Non facendo mai didattica, però. Con un cinema quasi aereo, anzi, che tutti quei temi li rappresenta, a volte anche solo sfiorandoli, con lirica levità. Anche quando, il finale, con una brusca impennata, sarà tragico: perché il terrorismo, come vediamo ogni giorno, continua a minacciare questa comunione di sentimenti e di idee. Un film che, onorando il cinema, onora la società che lo esprime. G. L. R.