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La Passione di Gibson non sarà vietata

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Lo ha stabilito la commissione censura del ministero dei Beni Culturali. Una vera e propria rarità, la libera visione del film a tutti, se si pensa che in America gli è stata imposta la R, vale a dire il "restricted" imposto ai minori dei 17 anni non accompagnati, mentre in Olanda e Nuova Zelanda il divieto è ai sedici. Più severi nella censura inglesi e canadesi che hanno vietato il film ai minori di diciotto anni. E una volta tanto le commissioni di censura sembrano aver colto nel segno: la decisone di non imporre divieti, nemmeno ai minori di 14 anni, a «La passione di Cristo» di Mel Gibson ha incontrato consensi quasi unanimi e solo qualche parere moderatamente contrario. Il più convinto sembra essere Carlo Freccero che confessa di essere rimasto folgorato dal film: «Questo è un film sulla passione religiosa allo stato puro, è la religione che diventa passione. Passione intesa come sofferenza fisica ma anche come partecipazione emotiva alla sofferenza. Proibirlo sarebbe come proibire tutte le immagini del sacro cuore sanguinante e trafitto». Favorevole alla decisione della commissione di censura anche Giuliano Ferrara: «Sono contro i divieti, figuriamoci se si può vietare la passione di Cristo ai minori». Anche Gabriele Muccino si schiera tra i favorevoli: «Il film non va censurato perchè rispecchia fedelmente l'onestà e la sincerità di un regista che non nasconde una grossa religiosità». Giusto non censurare anche per Roberto D'Agostino che lo giudica «un film straordinario, sia dal punto di vista della scrittura cinematografica che dei contenuti, che farà tornare il cattolicesimo in auge in tutto il mondo più di tutti i viaggi del papa messi insieme». «In generale - dice Giovanni Minoli, direttore di Raieducational - non sono mai per la censura e anche il divieto ai 14 anni lo troverei sbagliato: questa di Cristo è una storia che i bambini hanno sentito anche troppe volte. Nonostante ciò aggiungo che il film è anche troppo realistico: credo che fisicamente nessun uomo abbia la possibilità di sopportare la violenza che Gibson impone a Cristo nel film». Più dubbioso Bruno Vespa: «Sono contro i divieti tranne che per ragioni di oscenità: sta alla sensibilità dei genitori stabilire se dei ragazzini possano o non possono andare a vederlo. Personalmente lo consiglierei a persone adulte, ci sono scene molto forti».

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