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CONCERTO A FERRARA

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Patti e l'Italia c'è ancora tanto feeling

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Come già era accaduto a Napoli e a Firenze, quando circa 25 anni fa si strinsero in 80 mila attorno a lei per salutare con affetto ed entusiasmo il suo addio (poi, fortunatamente, rinviato) alle scene, anche a Catania (ieri sera) e a Ferrara (l'altra sera), l'eroina della ballata musicale americana è stata accolta e accompagnata nelle due ore dei suoi concerti italiani da platee che hanno seguito i venti brani del suo repertorio con gioia e competenza e che hanno scherzato con la storica ribelle di Chicago nei momenti di pausa, ricambiati da battute, inchini, baci e sventolii di bandiere della pace nel mondo. Oggi, che Patti Smith ha deciso di ritornare sul palcoscenico, il rapporto tra la singer-pacifista, allieva di Ralph Nader e protagonista con Bob Dylan, Bruce Springsteen e Lou Reed della new wave del rock, con il pubblico si rivela ancora più saldo e affiato, rinforzato dall'attesa del suo ritorno. Tutto esaurito dunque l'altra sera al Teatro Comunale di Ferrara. L'emozione era alta e, dopo qualche attacco esitante ma carico di elettricità, è esplosa in un boato di urla e applausi quando la 57enne rockstar ha intonato «1959», accompagnata dalle vertiginose vibrazioni del trio di chitarre acustiche. Vecchi successi e nuovi brani dal nuovo album «Trampin'», in uscita il 26 aprile prossimo per la Sony Music, sono stati alternati dalla beniamina del rock con i virtuosismi vocali che l'hanno resa celebre e che, sebbene a distanza notevole dagli anni verdi, sono apparsi illesi dagli attacchi del tempo. E, così, accanto a cavalli di battaglia, come «Ghost dance» e «Dancing barefoot», Patti Smith ha eseguito deliziose novità, come «Blakean year» e «Peaceable kingdom». Una grande commozione si è, poi, diffusa, nella sala, quando la cantante ha sussurato la dedica ai civili uccisi negli attentati di New York e di Madrid prima di soffiare la sua rabbia e il suo dolore nei versi di «Trespasses». Ed è stata autentica ovazione, dopo oltre un'ora di insistente richiesta, quando l'artista ha acconsentito a intonare le trascinanti scansioni della ballata «Because the night», glorioso inno della controcultura scritto con Bruce Springsteeen nel 1978. Gran finale del concerto con la storica «Gloria».

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