«Sformat» di mezzanotte prende in giro il reality senza fantasia
Così l'approdo sul piccolo schermo di Raidue dello show «Sformat» che doveva inseguire proprio l'obbiettivo di sbeffeggiare i reality, sembrava un apprezzabile atto di coraggio. Ancor più degno di considerazione perché la seconda rete sta dando molto spazio al genere. Invece dinanzi a battute e situazioni troppo semplicistiche nasce, inammaccabile la delusione. Un esempio: la parodia de «La talpa» diventa «La palpa» con un doppio significato riferito alla «palpazione» manuale. Si dovrebbe ridere dinanzi ad un uomo nudo che, ad uno squillo del telefonino, cerca il proprio cellulare nelle tasche che non ha. I protagonisti dello show, che pretendono di ispirarsi nella costruzione delle gag alla Premiata Ditta, non trovano di meglio che sollecitare un'attenzione sul loro programma, fortunatamente, in onda a mezzanotte. Si ha la sensazione che, nello sforzo di apparire originali, i comici di «Sformat» non abbiano analizzato con attenzione i risvolti ironici offerti dai reality show. Così non trovano di meglio che soffermarsi su un terreno già troppo battuto come «L'isola dei famosi» con battute di scarsa incisività. Ed anche nell'ideazione di nuovi improbabili reality evidenziano una debolezza di pensiero. «Reality hospital», infatti, dovrebbe essere quell'improbabile nosocomio nel quale vince chi riesce a sottrarsi alle cure dei medici ed a morire. Ma appare debole come idea estrema. Si potrebbe fare meglio. Anche a costo di diminuire la durata dell'appuntamento. Mar. Cat.